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«Oggi definitivamente muore lo Stato di Diritto, oggi a Catanzaro questo Stato è definitivamente morto». Parole dure, durissime quelle pronunciate dal sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro all’uscita dall’incontro in Prefettura con sua Eccellenza Luisa Latella e i membri della commissione di accesso i tenenti Alceo Greco e Antonio Ravesi. Un incontro che al primo cittadino sa di presa in giro e che comunque non ha a che fare con quanto lui chiedeva da mesi, ossia l’opportunità di essere audito in merito a possibili ombre o aspetti che avessero potuto indurre ad ipotizzare infiltrazioni mafiose nel comune.
Poi lo sciopero della fame, indetto come estrema ratio, visto che tra mercoledì e venerdì il consiglio dei ministri si pronuncerà sulle sorti del comune. Sarebbe il terzo commissariamento per un comune con più di 50 mila abitanti. Un record. Eppure, nel tanto atteso incontro, Mascaro lamenta di non aver avuto in realtà nessun tipo di confronto ma di avere solo potuto esporre cronologicamente le sue richieste di essere audito e le memorie inviate a commissione d'accesso e ministro dell’Interno nell’ambito di un incontro in cui in apertura è stato specificato trattarsi solo di un atto di cortesia.
Ecco perché non ha nessuna intenzione di interrompere lo sciopero della fame. «So già – dice- che tra 24 massimo 72 ore mi manderanno a casa e manderanno a casa la voglia di un’area centrale della Calabria di tentare di far sentire la propria forza e il proprio peso.Probabilmente quest’unione che vi era tra Lamezia e i comuni limitrofi e la stessa Catanzaro stava infastidendo, stava facendo paura e bisogna mandare via il sindaco perché stava coagulando un’area, quest’area centrale affinché fosse traino per lo sviluppo della Calabria intera».
L’atmosfera in Comune era tesa, tesissima. Ad accoglierlo al rientro dalla Prefettura parte della giunta, il presidente del consiglio comunale Salvatore De Biase e alcuni consiglieri di maggioranza. La bufera tanto annunciata, sembra ormai stia per arrivare, pochi gli spiragli che il comune non venga sciolto. A rinforzare questa ipotesi anche la dichiarazione della presidente della commissione anti ‘ndrangheta Rosy Bindi che, in visita in Calabria, ha ieri detto di ritenere che ci siano tutti gli elementi per sciogliere il comune.
Tiziana Bagnato