Un forte scrosciare in pieno centro. Il fiume Canne in questi giorni si fa sentire, tra rivoli, piccoli cascate e piogge che lo hanno “saziato” dopo settimane di penuria d’acqua. Ma fa anche paura, scorre nel centro cittadino tra palazzi e case, sovrastato da arbusti e canne, nome omen, che ne stringono l’alveo, insieme a detriti di ogni genere buttati per incuria e non raccolti per chissà quale insana ragione.

L’associazione ambientalista Italia Nostra che da anni fa da pungolo sulla questione della pessima manutenzione dei fiumi ci guida in un sopralluogo nel tratto lungo il ponte dedicato alla memoria di Lea Garofalo. Tra palazzi, case e condomini, nonché piccole campagne private, si arriva nel centro della movida, oppure all’ampia area destinata al mercato. Siamo in una città in cui le esondazioni sono all’ordine del giorno non appena le precipitazioni si fanno più intense e che ha pagato anche un prezzo umano altissimo.

Eppure, si è mosso ben poco. I finanziamenti sono arrivati, in parte, per il Cantagalli e in minima parte per il Canne che così attraversa il centro indisturbato e potenzialmente pericoloso. Giuseppe Gigliotti, presidente di Italia Nostra Lamezia, spiega che «sono anni che ci impegniamo a mettere in evidenza quelli che sono i pericoli della mancanza della pulizia e dei fiumi e dei torrenti. Sinceramente - ammette- non abbiamo ricevuto tanta accoglienza alle le nostre sollecitazioni».

«Le competenze sono - continua - per quanto riguarda la pulizia, la cura degli argini e degli alvei dei fiumi e dei torrenti dell'amministrazione comunale, ma ci sono anche competenze dell'assessorato all’Ambiente della Regione. Le nostre pressioni riguardano anche i finanziamenti perché fino ad ora per il Canne si è ottenuto qualcosa solo per una piccola parte».

L’appello principale è al «sindaco in prima persona perché provveda alla pulizia e la messa in sicurezza dei fiumi e dei torrenti, perché noi riteniamo che la prevenzione sia il passo fondamentale senza attendere che si possano verificare altre tragedie». E il pensiero non può che andare all'immane dramma di San Pietro Lametino nell'ottobre del 2018 quando persero la vita Stefania Signore e i suoi due bambini travolti dall'esondazione del fiume Cantagalli.

«Ci appelliamo alla Regione - continua l'associazione - perché dia corso all'esecuzione anche dei finanziamenti che sono stati dati e ponga un'attenzione particolare ai fiumi e ai torrenti, perché proprio la mancanza di cura e di pulizia determina pericoli ed eventi drammatici».