Sono complessivamente tre le pene rideterminate e due in totale le assoluzioni comminate dalla Corte d'appello di Catanzaro
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La seconda sezione penale della Corte di Appello di Catanzaro (Capitó presidente, Di Girolamo e Perri a latere), ha riformato la sentenza emessa all’esito del giudizio di primo grado dal Tribunale collegiale di Lamezia Terme nel processo Crisalide contro gli imputati che avevano chiesto di essere giudicati con rito ordinario.
La Corte ha assolto Francesca Antonia De Biase (difesa dall’avvocato Aldo Ferraro) dal reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e di detenzione dell’ordigno esplosivo in quella vicenda impiegata, perché il fatto non costituisce reato. Ha escluso per i restanti reati l’aggravante mafiosa ed ha rideterminato la pena finale in 1 anno e 10 mesi di reclusione, pena sospesa e non menzione.
Ha altresì assolto Flavio Bevilacqua (difeso dall’avvocato Francesco Amantea), dai reati di rapina e porto d’armi perché il fatto non costituisce reato. Ed è stato altresì assolto Giuseppe Paladino (difeso dall’avvocato Lucio Canzoniere), ex presidente del Consiglio comunale di Lamezia, dal reato per cui era stato condannato in primo grado, perché il fatto non sussiste.
La Corte ha poi rideterminato le pene inflitte in primo grado a Giuseppe Costanzo (difeso dagli Avvocati Tiziana D’Agosto e Antonio Larussa) a 11 anni di reclusione, a Piero De Sarro (difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo) a 10 anni di reclusione, a Danilo Fiumara (difeso dagli avvocati Francesco Gambardella e Massimiliano Carnovale) a 10 anni e 9 mesi di reclusione, confermando le statuizioni civili della sentenza di primo grado.