In protesta per chiedere scuole sicure dal Covid. Una delegazione di genitori e nonni hanno manifestato stamani davanti alla sede del Comune di Lamezia Terme. Chiedono certezze e hanno molto da dire in merito alla recente riapertura delle scuole dell’infanzia e primarie, oltre che delle prime classi della scuole medie. Lo stop alle lezioni era arrivato su richiesta dell’Asp di Catanzaro in base alla crescita dei contagi, ma anche perché, in soldoni, il tracciamento stava mandando in tilt il sistema.

 

Troppi, tra alunni e docenti impegnati in più classi, i casi da verificare con tamponi, quarantene, isolamenti fiduciari e così via. Al termine del periodo richiesto dall’Asp il sindaco Paolo Mascaro, non avendo ricevuto altre comunicazioni, ha così riaperto le scuole, ma per i genitori mancano le condizioni di sicurezza. A partire dalle classi pollaio, proseguendo con l’assenza di tamponi rapidi e punti drive in, così come era stato promesso.

 

Ecco perché vogliono “sicurezze su carta”. Non sono contrari, ribadiscono più volte, alla ripresa delle lezioni tout court, ma pretendono certezze, dalle distanze a loro dire “discutibili” tra i banchi, alla macchina operativa in caso di positività al virus da parte di un alunno o docente.

 

Propongono la didattica integrata tra presenza e on line e chiedono anche a cosa possa servire l'infermiere scolastico se munito solo di guanti e mascherine. L'ideale sarebbe metterlo nelle condizioni qualora si riscontrassero sintomi ricondubili al Covid di effettuare un tampone rapido.

 

Diversi sarebbero stati i casi in cui alla positività di un alunno non sarebbe seguita alcuna comunicazione ai genitori degli altri membri della classe. C’è poi il problema, sollevato dal consigliere comunale Rosario Piccioni, di chi per non sottostare ai tempi di attesa biblici dell’Asp si sottopone a tampone nei laboratori privati. Laboratori che poi non trasmettono i nominativi dei positivi all’Asp che a sua volta dovrebbe trasmetterli all’amministrazione.

 

Presenti alla manifestazione i consiglieri comunali Mimmo Gianturco e Rosario Piccioni e l'ex deputato Sebastiano Barbanti. Ma se il sindaco Paolo Mascaro la scorsa settimana aveva interloquito con i manifestanti questa volta tutto tace.