Avrebbero attuato forme di estorsione utilizzando come grimaldello l’appartenenza al clan dei Giampà e non limitandosi a chiedere soldi, ma pretendendo entrate gratis nei locali o in discoteca, ricambi per moto, caschi e sconti fino al cinquanta per cento nei negozi di abbigliamento.

 

È per queste motivazioni che il pm Elio Romano ha chiesto il rinvio a giudizio per otto persone: Vincenzo Arcieri, Vanessa Giampà, Vincenzo Giampà “Enzo”, Gianluca Giovanni Notarianni; Claudio Paola, Francesco Renda, Alessandro Torcasio “il cavallo” e Antonio Voci.

 

Durante l’udienza preliminare al Tribunale di Catanzaro il Gup ha ammesso le costituzioni di parte civile del Comune di Lamezia Terme e dell’associazione Antiracket, rinviando all’udienza del 26 ottobre prossimo per formalizzare le eventuali richieste di rito abbreviato da parte degli imputati.

 


I fatti risalgono al 2009. Secondo gli inquirenti tramite minacce , "di atti ritorsivi diretti contro il patrimonio e contro l’incolumità personale, in caso di rifiuto, minaccia resa concretamente più grave dall’appartenenza alla cosca di ‘ndrangheta dei Giampà", gli imputati avrebbero vessato commercianti ed imprenditori lametini.

 

Nel collegio difensivo gli avvocati Aldo Ferraro, Antonella Pagliuso, Domenico Villella, Vincenzo Galeota, Salvatore Cerra, Gregorio Viscomi e Leopoldo Marchese.