Era il giugno 2013 quando una delegazione della commissione europea faceva visita al Parco Impastato di Lamezia Terme come modello positivo di uso dei fondi europei. Da allora, sono passati, sette anni, e di modello da seguire il parco ha ormai ben poco.

Vandalizzato, devastato, con erba incolta, cocci di bottiglie di vetro ovunque, i cesti della spazzatura pieni di rifiuti non raccolti. Qui si bivacca, si dorme, si beve. Eppure un tempo in questo piccolo polmone verde si tenevano manifestazioni, incontri, dibattiti, a farvi visita anche l’ex presidente Laura Boldrini.

 

Il nodo della questione è l’affidamento dei parchi urbani di Lamezia. Da anni i bandi vengono sospesi. Da ottobre 2016, in particolare, sono iniziate le istanze di annullamento e le ombre di illegittimità fino a soluzioni tampone, mai definitive, che hanno portato allo sgretolarsi del sistema di parchi urbani, costituito non solo dal parco Impastato, ma anche dal XXV Aprile e dal Felice Mastroianni.

 

L’impatto visivo è devastante, specie per quanto riguarda gli immobili. Soffitti crollati, vetrate sfondate per poter penetrare all’interno e rubacchiare quanto rimasto. E poi, ancora, cenci e abiti, bottiglie di alcolici, tracce di festeggiamenti. Italia Nostra si chiede come sia possibile che di questo parco ci si sia dimenticati. Anche sull’ultimo avviso di affidamento, che prevede 642 mila euro per la gestione dei tre parchi comunali, l’associazione ambientalista nutre dubbi per quanto riguarda ammontare e richieste.

 

«Come si può pensare che un luogo frequentato da bambini, mamme e anziani sia in preda all’abbandono e ad evidenti problemi di tipo igienico-sanitario? Sembra che di questo parco ci si sia dimenticati»., chiede Giuseppe Gigliotti, presidente Italia Nostra Lamezia.

 

E purtroppo le cose non vanno meglio negli altri parchi, erba alta e secca, zecche e pulci, preservativi gettati ovunque. I giochi sono mal tenuti, a terra guanti e mascherine. Un degrado che si ritrova negli altri spazi verdi della città. I social sono presi d’assalto da proteste e polemiche. In tanti puntano il dito contro l’amministrazione e la ditta affidataria del servizio di gestione del verde pubblico. In diverse strade gli alberi nascondono completamente la segnaletica, nelle villette l’erba supera le panchine.

 

Va meglio nelle zone del centro, nel salotto della città. Ora che è finito il lockdown i cittadini hanno potuto riappropriarsi dei loro spazi ma pretendono decoro.