Sono disperati i cittadini lametini che vivono nell’area di Scinà e di Capizzaglie. È qui che si stanno avendo le conseguenze più gravi del forte rallentamento nella raccolta della spazzatura imposto dal sequestro della discarica di località Stretto e dagli affanni di quella di Alli. E se al centro la raccolta avviene un po’ più spesso, ma rimangono i disagi e il degrado, in queste zone si sono create delle vere e proprie discariche prese di mira da topi e sciami di mosche intenti a gozzovigliare tra ingombranti ed umido in decomposizione.

 

Il tutto sotto le finestre di palazzine popolari e non, ad un tiro di schioppo dalla scuola Saverio Gatti o su strade strategiche diventate a causa dei rifiuti una sola corsia. «Nonostante faccia caldo non possiamo più nemmeno aprire le finestre» si sfoga una donna che vive nei pressi della scuola. «Ci sono animali di ogni tipo» ci dice un’altra, spiegandoci che sono quindici giorni che la raccolta non viene effettuata. A questo bisogna poi aggiungere il mancato senso civico dei cittadini che continuano a gettare ingombranti, da poltrone da ufficio a quelle da salotto, passando per giocattoli, abiti, scarpe.

 

L’associazione Quartiere Capizzaglie è pronta ad un esposto in Procura. Il timore più grande è quello di infezioni ed epidemie. E non è la prima volta che Lamezia si trova a dovere subire la mancata raccolta dei rifiuti, tanto che i cittadini sono stanchi di dovere pagare tributi senza servizi. A tale proposito l’associazione invita a documentarsi sulla legge che permette nel caso di situazioni come questa di non versare l’intera quota dei tributi o addirittura di chiedere i danni.