Sigilli alla casa funeraria di Lamezia Terme gestita dalla Croce Rosa Putrino. Lo ha deciso lo stesso Comune di Lamezia Terme, affidato dallo scorso novembre ad una terna di commissari prefettizi che, con un’ordinanza, ha revocato l’autorizzazione ad esercitare alla società operante da decenni nel settore delle pompe funebri.

 

E non si tratta di un provvedimento isolato ma che si inserisce in un quadro più complesso venuto alla luce lo scorso ottobre quando, in seguito ad accertamenti antimafia predisposti dal prefetto di Catanzaro Luisa Latella, emerse l’esistenza di elementi di stampo mafioso che avrebbero potuto condizionare le scelte e gli indirizzi della ditta.

 

 

Presunti rapporti con la 'ndrangheta

La Croce Rosa, secondo quanto riportato dagli esiti investigativi, frutto in particolare dell’inchiesta Andromeda condotta dalla dda di Catanzaro contro la cosca Iannazzo, avrebbe avuto con il clan rapporti di conoscenza ed affari. Una tesi suffragata dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che avrebbe puntato il dito contro i titolari della società avallando la tesi della commistione con ambienti mafiosi.

 

Le indagini avevano portato lo scorso ottobre la Prefettura ad emanare un’interdittiva antimafia. Da qui la reazione a catena da parte del Comune che a novembre revocava l’autorizzazione per il servizio di noleggio con conducente ad uso ambulanza e la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività). Ora la chiusura della casa funeraria, nel quartiere di Savutano. Una delle più grandi e frequentate di Lamezia Terme nata nel 2012 e ad un tiro di schioppo dal Comune.