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Chiedevano sotto minaccia materiale edile agli operai di un cantiere del centro cittadino offrendo in cambio “protezione”. È con questa motivazione che, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Lamezia Terme su richiesta della locale Procura, sono stati tratti in arresto dai carabinieri di Lamezia, guidati dal capitano Pietro Tribuzio, due uomini di origine rom.
Per loro l’accusa è di tentata estorsione in concorso. A dare il via alle indagini la denuncia di alcuni dipendenti del cantiere. I due avrebbero tentato di costringerli a consegnare il materiale offrendo in cambio “protezione” e specificando che se avessero fatto quanto richiesto “non sarebbe successo niente di male”. Ma non solo.
Gli estortori hanno chiesto anche di essere aiutati a rimuovere le telecamere di videosorveglianza del cantiere in modo da poter agire indisturbati. E in effetti, durante la notte, ignoti col volto travisato si sono introdotti nel cantiere e, dopo aver tranciato alcuni cavi dell’impianto, si sono dati alla fuga.
I due malviventi avevano anche chiarito ai lavoratori di volere essere informati qualora qualcun altro avanzasse le medesime richieste sul cantiere. Nei giorni successivi, i due a bordo di una moto hanno più volte, spiega una nota, fatto notare la loro presenza a scopo intimidatorio. Questo sarebbe stato solo l’ultimo episodio di una catena di richieste, mai evase, nei confronti degli operai.
Considerato anche il profilo criminale dei due soggetti, uno dei quali ex sorvegliato speciale di Pubblica sicurezza, entrambi gravati da numerosi precedenti di polizia, anche specifici, è stata applicata loro la custodia cautelare in carcere nella casa circondariale di Catanzaro.