Ancora un ridimensionamento, ancora un taglio che rischia di essere mortale per l’ospedale di Lamezia Terme. Stavolta si tratta del centro trasfusionale, fino a pochi anni fa attivo h24, poi ridotto a 12 ore con reperibilità e che a breve verrà aperto solo 6 ore al giorno, fino alle 14.

Emergenze di ogni tipo, dalle partorienti, ai malati oncologici fino a chi arriva in Pronto Soccorso troveranno una sacca di sangue ad attenderli solo fino alle due del pomeriggio. Dopo di che dovranno essere trasferiti a Catanzaro o attendere che arrivi una sacca da lì, sperando che faccia in tempo.

E il centro trasfusionale di Lamezia serve anche Soverato e Soveria andando, insomma, ad essere il riferimento di bacino di centinaia di migliaia di utenti.

 

A portare al ridimensionamento, la scadenza del contratto di due tecnici e l’imminente pensionamento di un terzo. Le associazioni di Lamezia impegnate nell’increspato tema della sanità non ci stanno.

Cittadinanzattiva, Tribunale per i diritti del malato, comitato Salviamo la Sanità del Lametino e Comitato Malati Cronici del Lametino fanno muro e chiedono di riflettere e di intervenire sul quel domino che da tempo ha investito il Giovanni Paolo II.

A breve, infatti, potrebbe esserci una nuova tessera cadente. Si tratta del Centro prelievi il cui primario Domenico Donato dovrebbe andare in pensione a luglio. Secondo il Comitato Malati Cronici del Lametino proprio la sua figura permetterebbe al centro di essere unità operativa complessa, mentre con il suo congedamento questo verrebbe ridimensionato e diminuirebbero le tipologie di analisi e prestazioni eseguibili.