L’ennesima cattedrale nel deserto, l’ennesimo spreco di soldi pubblici, ma soprattutto l’ennesima opportunità svanita insieme ad investimenti e speranze. A ridosso della statua di Federico II si trova uno dei quartiere più caratteristici di Lamezia e dell’ex comune di Nicastro. Una manciata di metri lo separano dal corso principale, dal luogo della movida, del traffico e del passeggio. Ma è qui che si svolge una vicenda amara partita come sempre sotto i migliori auspici.

I fondi per riqualificare l'area

Erano gli anni della seconda gestione commissariale del Comune quando Lamezia si aggiudicava un bando del ministero per le Infrastrutture che veicolava alla Regione 2 milioni e 600mila euro di fondi per la riqualificazione di alcune aree. Il Contratto di Quartiere riguardava l’area tra via Garibaldi e il Torrente Canne e si legge nell’atto ministeriale: «La proposta, localizzata nell’ambito del centro storico, prevede principalmente il recupero di due edifici da destinare ad edilizia residenziale pubblica, commerciale e terziaria, oltre il recupero di due unità immobiliari da destinare a ludoteca. È prevista, inoltre, la realizzazione di un nuovo parcheggio sotterraneo oltre al rifacimento della piazza e alla riqualificazione degli spazi pubblici limitrofi».

Le case abbandonate

La maggior parte dei lavori sono stati realizzati, ma quello che manca è l’assegnazione e l’uso, tanto da portare lentamente quelle che erano occasioni di riscatto a marcire o a diventare preda di chi cerca luoghi isolati per bivaccare. Gli alloggi di edilizia residenziale destinati a giovani coppie o anziani del quartiere sono pronti, spiccano con il loro colore pesca e le travi a vista, ma purtroppo tre anni di mancata manutenzione stanno iniziando a farsi pesare. Le bottiglie di alcolici raccontano di angoli bui diventati ritrovi, c’è anche qualche rete di materasso.

 

Poco più in là dietro un cancello, a costeggiare il torrente, uno spazio con fontane, un anfiteatro, mosaici. Un piccolo angolo di singolare bellezza mai usato, neanche per un solo evento. Le gradinate sono invase di cocci di bottiglie e spazzatura, impossibile sedersi. L’erba è alta, l’acqua nella fontana putrida, mentre il corso d’acqua che scorre accanto è pieno di rifiuti. Un residente ci racconta di essere stato costretto a mettere un lucchetto alla cancellata che perimetra l’area per mettere un freno al bivacco e ai branchi dei cani che arrivano in notturna.

La rabbia delle associazioni

Un luogo bellissimo che, senza alcun controllo e isolato, la notte cambia volto. L’associazione Italia Nostra, tramite il vice presidente regionale Giuseppe Gigliotti, chiede che si metta fine a questo spreco e che l’area venga restituita a pieno titolo alla città: «Invitiamo l’amministrazione comunale a prendere a cuore quest’area affinché dia risposte a tanti bisogni: dalle giovani coppie in cerca di casa, alle associazioni che non hanno un luogo di incontro. Bisogna ridare dignità anche agevolando le attività commerciali defiscalizzando dando così possibilità a questo quartiere di potere vivere».