VIDEO | L’alto prelato alla guida della Diocesi di Cosenza-Bisignano è intervenuto a Prima della Notizia bollando come «folclore» i riti pasquali più amati in Calabria. La replica di don Demasi e dell’Arciconfraternita di Vibo
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«La fede vera non ha bisogno di balletti tra statue dei santi». Spiazzante la dichiarazione di Francescantonio Nolè, arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano, che ha bollato come semplice «folclore» l’Affruntata, uno dei riti di Pasqua più partecipati in Calabria, soprattutto nel Catanzarese e nel Vibonese. La dichiarazione dell’alto prelato durante l’ultima puntata di Prima della notizia, format di approfondimento giornalistico che precede il Tg delle 14 di LaC Tv, oggi condotto da Francesca Lagoteta, coadiuvata in studio da Enrico De Girolamo.
«Queste manifestazioni popolari sono folclore, non fede – ha continuato l’arcivescovo -, la fede è qualcosa di più profondo e vero. La Chiesa deve essere lievito, non massa. Serve più autenticità e anche la religiosità popolare deve esprimere realmente un atto di fede e per questo va purificata. Una volta si diceva che ci sono credenti non praticanti, oggi mi sembra che invece ci siano molti praticanti non credenti, basta vedere cosa succede ai funerali e ai matrimoni, dove la gente partecipa non per il sacramento». Un ragionamento, il suo, basato sulla necessità di recuperare il profondo significato religioso della Pasqua, quello evangelico. Tesi incontestabile da un punto di vista squisitamente teologico, ma molto distante dal sentire comune, soprattutto in Calabria dove, come nel resto del Sud, le processioni e i riti religiosi sono intimamente legati all’identità culturale del territorio.
A Nolè ha replicato in studio don Pino Demasi, parroco di Polistena e referente di Libera nella Piana di Gioa Tauro, secondo il quale «la natura delle nostre comunità ecclesiali è essenzialmente popolare, una Chiesa di popolo, e il popolo si esprime anche con la sua religiosità». «Quindi all’origine c’è questo bisogno del popolo di esternare la sua fede con gli strumenti che aveva a disposizione, dunque la pietà popolare ha il suo valore e non possiamo buttarla nel cestino».
Sulla stessa lunghezza d’onda, Giuseppe Mirabello, priore dell’Arciconfraternita Maria santissima del Rosario e San Giovanni Battista, che a Vibo Valentia, dopo due anni di stop a causa del Covid, sta preparando l’Affrontata che si terrà la mattina di Pasqua. «Siamo rimasti increduli ascoltando le parole del vescovo – ha affermato, intervistato da Cristina Iannuzzi -. L’Affrontata non è folclore, è autentica pietà popolare. Questi riti si perpetuano da secoli per esprimere una fede autentica».