La transazione che avrebbe dovuto chiudere la controversia sul corrispettivo da versare per la tappa del Giro d'Italia prevedeva una clausola di riservatezza ma è finita integralmente sull’Albo pretorio scatenando la reazione della minoranza
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Fino al punto 17, dei 18 elencati, era andato tutto bene nell'accordo sottoscritto tra Rcs Sport, società della galassia Rcs Media Group specializzata nell'organizzazione di eventi sportivi, tra cui il Giro d'Italia, e il Comune di Praia a Mare; poi, proprio la 18esima e ultima clausola ha scatenato ancora una volta fervide polemiche sull'amministrazione comunale guidata da Antonio Praticò, lo storico sindaco che frequenta assiduamente il Municipio praiese fin dagli anni '80.
La scintilla è il richiamo alla riservatezza tra le parti, che però finisce integralmente nella delibera di giunta, la n° 163, regolarmente pubblicata sull'albo pretorio on line.
“Le parti - è scritto testualmente nel documento - si impegnano a mantenere strettamente riservata e confidenziale l'esistenza ed il contenuto del presente accordo, che non verranno portati a conoscenza e/o divulgati a terzi”. Contrariamente, la notizia ha fatto velocemente il giro del web.
L'accordo transattivo "riservato"
Per capire cosa sia successo e cosa abbia scatenato le polemiche è necessario fare un passo indietro e procedere per ordine.
La Rcs Sport S.P.A., in persona del suo legale rappresentante, e l’ente comunale, in persona de suo sindaco, hanno sottoscritto un accordo relativo all’organizzazione della settima e ottava tappa del Giro di Italia 2018, svoltesi nel maggio scorso nella città dell'isola Dino, “nell’ambito delle quali il Comune si è obbligato a versare, quale corrispettivo delle attività rese e dei beni e servizi ceduti a suo favore da RCS, l’importo complessivo di € 65.000,00 + IVA”. Corrispettivo di cui Praticò non ha ancora autorizzato il pagamento “in ragione di contro-pretese creditorie in relazione allo svolgimento della manifestazione suddetta”, che secondo i calcoli ammonterebbero alla somma complessiva “quantificata provvisoriamente di € 49.459,41” per servizi di canone temporaneo spazi ed aree ad uso pubblico, canone temporaneo pubblicità; rimborso per compartecipazione spese sostenute per la progettazione ed esecuzione del Piano di Safety e Security”.
In sostanza il Comune di Praia a Mare deve all'Rcs quasi 80mila euro, cifra comprensiva di Iva, ma non paga la somma perché dice di avanzarne dalla stessa azienda più della metà. Cominciano così le avvisaglie di una possibile controversia giudiziaria, ma il Comune, interpellato dall'avvocato della società di organizzazione eventi, si rende disponibile a risolvere la questione senza finire in tribunale. Si decide per un accordo transattivo da onorare entro e non oltre 20 giorni, che prevede un versamento nelle casse dell'Rcs di €30.500,00. Il che, alla fine, pareggerebbe i conti rispettando esattamente le intenzioni del contratto originale.
E allora perché le parti si impegnano “a mantenere strettamente riservata e confidenziale l'esistenza ed il contenuto del presente accordo, che non verranno portati a conoscenza e/o divulgati a terzi”? E perché un ente pubblico accetta di sottoscrivere un accordo sottobanco? Come mai poi invece finisce integralmente su internet? Ma, soprattutto, ci saranno ripercussioni per tale vicenda?
La reazione della minoranza consiliare
Il gruppo Noi per Praia, capeggiato dall'avvocato Norina Scorza, non ha perso l'occasione per sottolineare l'ennesima controversia di una gestione della cosa pubblica che molto spesso risulterebbe ambigua. «La trattativa con RCS, società del Giro D'italia, si voleva tenere nascosta - è scritto sulla pagina facebook del movimento politico -. Cosa evidentemente impossibile».