L'associazione Federcosumatori Calabria fa sapere in una nota che la procura di Paola starebbe indagando per capire se il progetto di Nhaccp, finanziato con quasi 1 milione di fondi pubblici, sia stata una truffa ai danni dei cittadini
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
La procura di Paola, guidata dal magistrato Pierpaolo Bruni, potrebbe presto fare luce sull'ingarbugliata vicenda del laboratorio fantasma di Verbicaro realizzato con i fondi pubblici, inaugurato a maggio 2018 e mai entrato in funzione. È quanto afferma in una nota l'associazione Federconsumatori Calabria, che qualche settimana fa aveva denunciato la vicenda evidenziando un preoccupante silenzio. «La denuncia pubblica di Federconsumatori Calabria - scrive l'associazione in una nota - ha prodotto dei primi risultati. Difatti, dopo aver auspicato che si facesse chiarezza a 360° sulla fine del laboratorio di analisi chimico-fisiche presso la sede di Calabria Verde (ex Comunità Montana) di Verbicaro, parrebbe essere arrivato il sequestro della struttura da parte della Procura di Paola o comunque, l’accesso agli atti ed ai locali».
La dichiarazione della presidente Iannello
«Aver smosso le acque - dichiara Mimma Iannello, presidente di Federconsumatori Calabria - è già di per se un risultato importante. Per Federconsumatori, la cui azione è ancorata ai valori della legalità, denunciare le vistose opacità intraviste sull’intera vicenda riguardante il laboratorio fantasma di Verbicaro, è stato un atto dovuto. Denunciare la patacca rifilata al territorio dell’alto Tirreno su cui nessuna parte pubblica si era fin qui interrogata, era eticamente dovuto. E’ importante perciò che la nostra denuncia abbia smosso acque ferme da troppo tempo concorrendo a determinare la convocazione dei Comuni facenti parte del Pisl dell’Alto Tirreno, che ci risulta avvenuta lo scorso 21 novembre. Ed ora, e parrebbe, il sequestro/ispezioni del laboratorio». Poi Iannello continua: «Come Federconsumatori siamo fiduciosi nell’azione della Procura che siamo certi saprà leggere gli atti acquisiti e verificare se ci sono state violazioni o i presupposti di una truffa. Ciò che appare chiaro è che il laboratorio non è mai entrato in funzione, che 1 milione di euro derivanti da risorse pubbliche comunitarie sono state incamerate dalla Fondazione Its Bact con presidente Aniello Di Vuolo, che restano aperti molti interrogativi su cosa di reale è stato speso, sulla correttezza delle procedure che hanno portato all’affidamento, al collaudo di conformità, sino all’inaugurazione e poi alla chiusura immediata del laboratorio, e non meno,su chi avrebbe dovuto vigilare sull’effettiva bontà del progetto spacciato per rivoluzionario in termini di brevetto mondiale nell’adozione del Protocollo NHACCP (Nutrient & Hazard Analysis of Critical Control Point). Insomma, per quanto prefiguriamo, la Procura avrà più cose da accertare».
La vicenda
Il Pit 1 - alto Tirreno cosentino (Piano integrato territoriale) ha sede nel Comune di Verbicaro ed è presieduto dal sindaco della cittadina, Francesco Silvestri. Tramite bando, il Pit ha assegnato l'appalto per la realizzazione di un laboratorio chimico di protocollo Nhaccp alla società Icq Nhaccp Scarl, il cui presidente risulta Aniello Di Vuolo. Nhaccp è l'acronimo di Nutrient hazard analysis and critical control point ed è il successore del già noto protocollo Haccp. La novità è che grazie alla genomica, è possibile certificare i parametri qualitativi degli alimenti, anche agricoli, e gli elementi tali da garantire l'origine dei prodotti in un dato territorio. Lo studio era stato inaugurato in contrada San Francesco nei locali di Calabria Verde, ex Comunità montana, ma da allora, secondo la denuncia di Amoroso e Riccetti, non è mai entrato in funzione ed ad oggi risulta chiuso. La Icq Nhaccp Scarl, come si legge sul sito, ha la sede legale a via Amando Diaz a Napoli, mentre contrada San Francesco a Verbicaro è indicata come sede operativa.