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Si tinge di giallo la clamorosa vicenda della tesi di laurea costruita con il copia-incolla, scoperta dal presidente della commissione, Enrico Caterini, durante la seduta di laurea. Un lavoro che si scoprirà inedito soltanto per il 4 per cento. Tutto il resto la candidata l’avrebbe rubacchiato un po’ qua e un po’ là, in giro per la rete.
La cronaca della mattinata
La vicenda è scoppiata in maniera fragorosa nelle prime ore della mattinata del 24 aprile. Al cubo 3b dell’Università della Calabria ci sono sedici ragazzi pronti a discutere la loro tesi di laurea magistrale in giurisprudenza. Il colpo di scena arriva subito. La prima della lista è una ragazza del cosentino. In mano ha il suo lavoro dal titolo Il reato di diffamazione e i nuovi mezzi di comunicazione: profili legislativi ed evoluzione giurisprudenziale. Il professor Caterini però, con l’ausilio di un apposito software, fa emergere il clamoroso plagio, e sospende la seduta. La mamma della laureanda avverte un mancamento, mentre familiari ed amici appaiono increduli e sbigottiti.
L'intervento dei carabinieri
Nel frattempo fuori dall’aula sale la tensione tra gli altri laureandi ed i relativi parenti, in attesa sotto il sole di poter celebrare il rito della discussione della tesi. Intervengono i carabinieri per evitare che la situazione degeneri. Ci vorranno due ore per riprendere la seduta di laurea. Non per la giovane “incriminata” la cui posizione è per il momento congelata.
L’assenza pesante della relatrice
Intanto bisogna chiarire bene il contesto: il lavoro finito sotto accusa è una tesi di laurea magistrale in giurisprudenza, un’opera complessa la cui stesura richiede tempo, ricerche, ma soprattutto il costante confronto con un docente relatore. In questo caso la studentessa in questo decisivo percorso è stata affiancata dalla professoressa Mariastella Amisano, docente di diritto penale, assente alla seduta di laurea perché impegnata negli Stati Uniti in un non meglio precisato convegno accademico, nonostante l’obbligo per i docenti relatori, di presenziare alle sedute di laurea. Mariastella Amisano, originaria di Casale Monferrato, nel maggio del 2015 fu sospesa per cinque mesi dall’incarico e dallo stipendio. I suoi allievi avevano denunciato al Rettore che a fare lezione e ad esaminare gli studenti nelle sessioni di esame lei non c'era quasi mai, lasciando l'incombenza ad un suo assistente. E l'avere apposto la propria firma su una tesi di laurea risultata quasi totalmente copiata, alimenta il dubbio legittimo che questo lavoro non l’abbia neppure letto.
Vicenda destinata alle cronache nazionali
Il clamore suscitato dalla sospensione decisa dal professor Enrico Caterini è destinato ad avere risonanza nazionale, una pubblicità negativa di cui all’Università della Calabria si sarebbe fatto volentieri a meno. Al di là delle gravi responsabilità della giovane e della relatrice, è davvero difficile credere che non si potesse intervenire con anticipo, benché minimo, ed in maniera meno traumatica. Ma forse questa volta qualcuno ha deciso che bisognava lavare i panni sporchi in pubblico.
Salvatore Bruno
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