Da mesi l'associazione "Famigliari e vittime della strada" propone l'istituzione di un tavolo sulla sicurezza del tracciato, ma attende ancora di essere convocata
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Quando si è alla guida non sono concesse distrazioni, non si usa il cellulare, bisogna essere lucidi e riposati, non si superano i limiti di velocità e si rispetta la cartellonistica stradale. Sempre. Ma anche osservando alla lettera tutte queste regole, si possono provocare o rimanere vittime di incidenti stradali a causa di altri fattori.
Sulla Ss 18, l'arteria stradale che costeggia il litorale tirrenico in Calabria, ribattezzata "strada della morte", due dei fattori sotto accusa sono le cattive condizioni del manto stradale e l'abusivismo. Ne è convinta Francesca Cribari, che è presidente dell'associazione "Famigliari e vittime della strada" a Paola e vicepresidente nazionale.
Un incidente mortale o invalidante a settimana
I numeri sono da brivido. Ogni giorno, scrive l'Istat, sulle strade italiane muoiono mediamente dieci persone, una strage che miete oltre quattromila vittime all'anno. Nella sola "strada statale 18" di incidenti mortali o altamente invalidanti, se ne registrano uno a settimana.
Anche quando gli incidenti non provocano la morte, in molti casi lasciano danni permanenti a chi ne rimane coinvolto.
L'abusivismo edilizio
A ridosso della strada statale 18, spiega l'avvocatessa Cribari, ci sono spesso abitazioni, che in alcuni punti non distano dalla carreggiata nemmeno tre metri. Molte di queste abitazioni sono costruite abusivamente. Nonostante ciò, l'Anas avrebbe concesso le aperture, le entrate per accedervi. Peccato che la maggior parte degli incidenti avverrebbe proprio perché le auto svoltano a sinistra, manovra non autorizzata dall'ordinamento giuridico e vietata dalle strisce continue.
L'asfalto di bassa qualità
Altra causa di drammatici sinistri sono le cattive condizioni dell'asfalto. Non solo dossi, buche, sassi, a rendere impraticabile il manto stradale è molto spesso la scarsa aderenza, che in caso di forti piogge trasforma la strada in una lastra scivolosa, dando vita al famigerato fenomeno dell'aquaplaning. Ciò accade quando l'asfalto, qualitativamente basso, non è abbastanza drenante, cioè non assorbe acqua a sufficienza.
L'indifferenza delle istituzioni
Nata quattro anni fa, "Famigliari e vittime della strada" ha cercato nel tempo di creare una sinergia con le istituzioni di riferimento. L'associazione si è approcciata in particolar modo alle amministrazioni comunali e alla prefettura di Cosenza, tanto che, dopo un incontro, l'ex prefetto Gianfranco Tomao è diventato uno dei soci onorari.
La richiesta era quella di aprire un tavolo di sicurezza per mettere a punto una mappatura della strada statale, al fine di individuarne i punti critici e apporre le dovute modifiche. Al tavolo erano stati chiamati anche carabinieri, uomini dell'Anas e ingegneri.
Ma dopo mille promesse, l'associazione attende ancora di essere chiamata.