La volontaria calabrese è specializzata in interventi in zone marginali del pianeta come l’edificazione di strutture nelle quali fornire servizi pubblici agli abitanti del posto
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C’è un pezzo del grande cuore calabrese che batte al centro della sperduta foresta amazzonica. È quello di una giovane donna di Crotone che ormai da tre anni ha scelto di fare la volontaria in quell’area, che dal Brasile si estende alla Colombia ed al Perù, che viene definita il polmone del pianeta.
Giulia Perri, 28 anni, è un architetto, con laurea alla Sapienza di Roma, che ha già avuto esperienze in altre aree difficili, come quella in Costarica, dove ha studiato spagnolo, a Istanbul e infine a Lima. Con sé ha portato, insieme al desiderio di dare un contributo alle comunità indigene che persino le autorità statali spesso faticano a raggiungere, anche il suo bagaglio di competenze.
Ad attrarla in Perù è stato un progetto da realizzare nella foresta amazzonica della Ong Semillas, specializzata in interventi in zone marginali del pianeta come l’edificazione di strutture nelle quali fornire servizi pubblici agli abitanti del posto.
«E tra gli indigeni dell’Amazzonia - ha dichiarato - la scuola spesso è l’unico servizio pubblico esistente, essenziale anche per costruirvi intorno spazi per la comunità».