Intervengono i due direttori delle Cardiochirurgie del Mater Domini e del Gom, Pasquale Mastroroberto e Pasquale Fratto: «Dichiarazioni speculative». E aggiungono: «Siamo disponibili ad aumentare gli interventi»
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La cardiochirurgia del policlinico non ha mai rifiutato alcun paziente, così come non risponde al vero che sarebbe indisponibile a farsi carico di una parte delle attività chirurgiche finora svolte dal Sant'Anna Hospital. «Sono assolutamente favorevole» chiarisce il primario della cardiochirurgia dell'azienda universitaria Mater Domini di Catanzaro, Pasquale Mastroroberto. Interviene e questa volta in maniera perentoria in difesa della rete di emergenza pubblica, dopo la lunga serie di dichiarazioni rilasciate dal direttore sanitario del Sant'Anna Hospital, Soccorso Capomolla, e dai cardiochirurghi che «ne hanno messo in dubbio l'efficienza».
Discredito sulla sanità pubblica
«Certamente, la rete assistenziale pubblica ha i suoi limiti ma non è più accettabile che il Sant'Anna Hospital, per perorare la sua causa, getti discredito sulle cardiochirurgie pubbliche». Pasquale Mastroroberto, non parla solo per sè ma anche per il centro cuore del Gom di Reggio Calabria, diretto dal primario, Pasquale Fratto. Le uniche due unità operative complesse a vocazione cardiochirurgica inserite nella rete pubblica di assistenza, assieme al Sant'Anna Hospital, clinica privata accreditata. «Nessuno ha mai dubitato della valenza e della utilità delle attività sanitarie sinora svolte dal Sant'Anna Hospital. Esprimiamo anche la nostra solidarietà ma non siamo più disposti a restare in silenzio dinnanzi a dichiarazioni dal chiaro sapore speculativo».
Nessun paziente rifiutato
Innanzitutto, il primario ci tiene a precisare che nessun paziente è stato mai rifiutato dal policlinico universitario. Il riferimento è all'uomo di 84anni accettato dal pronto soccorso dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro, lo scorso venerdì, e poi trasferito al Sant'Anna Hospital. «Le sale operatorie erano occupate ma non abbiamo rifiutato il paziente - chiarisce il primario -. Abbiamo solo chiesto una integrazione documentale propedeutica al ricovero». Un'argomentazione poi utilizzata per testimoniare l'incapacità delle rete pubblica di assorbire le emergenze. «Il Sant'Anna Hospital perori la sua causa facendo leva sul suo numero di interventi senza screditare il lavoro altrui».
Pochi posti letto
E qui vi è il secondo doveroso chiarimento. «Siamo assolutamente favorevoli ad aumentare le attività chirurgiche - precisa il professor Mastroroberto -. Da oltre un anno chiedo alla direzione un incremento di posti letto, e quindi ben prima della crisi del Sant'Anna. Sono convinto che con un aumento dei posti letto in degenza ordinaria e di terapia intensiva saremmo nelle condizioni di aumentare anche il numero degli interventi». E i numeri non smentiscono il primario. È pur vero che il Sant'Anna Hospital garantisce una media di 800 interventi cardiochirurgici ma grazie ad una dotazione di posti letto accreditati di gran lunga superiore a quella disponibile sia al Mater Domini che al Gom.
I numeri non mentono
Al policlinico vi sono 14 posti di degenza ordinaria e 4 di terapia intensiva, al Gom 12 di degenza ordinaria e 4 di terapia intensiva contro i 20 di degenza ordinaria e i 10 di terapia intensiva in dotazione al Sant'Anna; una cifra più che doppia. «Ciò non ci ha impedito di accettare ugualmente pazienti oltre la nostra capacità ricettiva - sottolinea ancora -. Basti pensare che al momento abbiamo 25 pazienti temporaneamente sistemati anche in altri reparti e continuiamo a garantire assistenza nonostante i negativi effetti prodotti dalla pandemia. Nel corso del 2020 le attività chirurgiche non si sono affatto ridotte pur se il policlinico ha dovuto fronteggiare l'emergenza provvedendo alla costituzione di una terapia intensiva dedicata Covid e posti letto in area medica».
Piena disponibilità
Nessun diniego, quindi, da parte della rete pubblica a farsi carico di prestazioni aggiuntive. Sia il policlinico universitario che il Gom hanno offerto un riscontro positivo alla richiesta avanzata dall'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro che, nell'ambito della ordinaria programmazione sanitaria, si è rivolta agli ospedali per sondare la loro disponibilità all'acquisto di nuove prestazioni assistenziali. «Ovviamente sarebbe necessario stringere una convenzione e apportare modifiche alla dotazione di personale sanitario» conclude il professore.