Chiudere il tribunale di Lamezia Terme o fare in modo che, finalmente, funzioni. A lanciare la provocazione è Giacinto Piazzetta, 65 anni, da cinque in attesa di sentenza di separazione dalla sua ex moglie. Sì, avete capito bene, non divorzio, ma separazione. In questi cinque lunghi anni, si è sfogato Piazzetta, è stato tutto un susseguirsi di rinvii, complici anche le due assenze per maternità a rischio del magistrato deputato a decidere.

 

Chi avrebbe dovuto sostituirsi, i got, giudici non togati, avrebbero soltanto rinviato le udienze da un minimo di sei mesi ad un anno. Ecco perché secondo Piazzetta il Tribunale di Lamezia non assolve ai suoi obblighi ma è solo un ‘rinviificio’, un luogo in cui le sofferenze delle persone vengono acuite, destinate a prolungarsi negli anni. Piazzeta ha scritto al presidente della Repubblica, da cui ha avuto solidarietà, al consiglio superiore della magistratura, al presidente del Tribunale di Lamezia Terme.

 

Attende risposte, non solo per lui, ma per tutti coloro che si trovano imbrigliati nelle maglie della giustizia. Una mala giustizia che dopo cinque anni lo vede risultare ancora sui documenti coniugato, non gli permette di contrarre un mutuo o di dividere la casa coniugale che è stata, intanto, dichiarata divisibile. Il timore di Piazzetta è quello, di questo passo, di non sopravvivere ai tempi della giustizia. Rimane il dato di fatto che solo qualche mese fa è stato confermato al tribunale lametino il primato di più lento d’Italia per i contenziosi civili. Una medaglia al disvalore.