Il narcotraffico come principale fonte di guadagno, il porto di Gioia Tauro lo snodo privilegiato per l’importazione della droga in arrivo da Colombia, Brasile, Panama, Ecuador ma anche dall’Africa settentrionale, la Libia in particolare, nuovo canale di approvvigionamento delle sostanze stupefacenti. E poi l’investimento dei proventi illeciti nel tessuto socio economico nazionale ed internazionale, dove le nuove leve si muovono sbaragliando la concorrenza dei settori produttivi più sani, grazie alle notevoli disponibilità finanziarie che, di fatto, annullano il rischio di impresa.

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Consorterie sempre più pervasive

Si concentra sulla pervasività della ‘ndrangheta l’istantanea scattata dal capo centro della Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro, Beniamino Fazio, che in conferenza stampa, ha illustrato i contenuti della relazione semestrale, riferita al periodo gennaio-giugno 2023 e relativa al contrasto al crimine organizzato, con un approfondimento sui territori della Calabria settentrionale che includono oltre al capoluogo di regione, le province di Cosenza, Crotone e Vibo Valentia. La biblioteca intitolata ad Ezio Tarantelli, nel cuore dell’Università della Calabria, la sede individuata per snocciolare i dati delle attività condotte con l'obiettivo di spezzare l’egemonia delle ‘ndrine; un arcipelago di consorterie con precisi riferimenti territoriali e però confederate e sottoposte ad una struttura gerarchica in grado di dialogare con i livelli massonici deviati e di rivelarsi partner d’affari estremamente affidabile dei cartelli malavitosi dei cinque continenti.

Nel mirino i fondi Pnrr e le grandi opere

Dove ci sono soldi, c’è la ndrangheta. Il binomio inscindibile mostra la sua estrema pericolosità nei tentativi di infiltrazione venuti a galla nell’ambito del programma di ripresa e resilienza. Ma gli appetiti della ‘ndrangheta sono stimolati anche dalle opere per i Giochi olimpici e paralimpici di Milano-Cortina, quelle per il Giubileo del 2025, e naturalmente dalla costruzione del ponte sullo Stretto. Nel Cosentino, è l’area della Sibaritide a suscitare la maggiore attenzione con il grande cantiere sulla Statale 106 dove massimo è il controllo della Prefettura supportata da gruppi interforze recentemente implementati con provvedimento del Ministero dell’Interno.

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Il pericolo dietro l'invisibilità

«La ‘ndrangheta invisibile è quella più pericolosa – ha affermato Beniamino Fazio – quella che non adopera più le armi ma intesse rapporti. Il ricorso marginale alla violenza riduce l’allarme sociale e genera una sottovalutazione del fenomeno. Abbiamo scelto di presentare questo rapporto in una biblioteca universitaria del cosentino per una duplice esigenza – ha aggiunto – Da un lato avvicinarci fisicamente in uno dei territori di competenza del distretto, e poi veicolare un messaggio di legalità nei luoghi della formazione e dei giovani. Nel cosentino il fronte più caldo è quello dell’alto Jonio, in cui insistono cosche di ‘ndrangheta più arcaiche e quindi più sanguinarie». Le infiltrazioni non risparmiano il settore della sanità: «La Regione spende tantissimo in questo segmento. E sulle forniture è inutile dire che anche la ‘ndrangheta incide sulle movimentazioni di denaro in questo campo».