Secondo la ricostruzione della Dda persone legate alla criminalità organizzata calabrese erano riuscite ad acquisire il controllo di Liberamensa, la cooperativa che nel 2018 aveva ottenuto il servizio
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C'è anche un capitolo che riguarda il bar interno del Palazzo di giustizia nell'udienza preliminare a carico di 18 imputati che si è aperta oggi in tribunale a Torino.
Secondo la ricostruzione della Dda, rappresentata in aula dai pm Paolo Toso e Francesco Pelosi, persone legate alla criminalità organizzata calabrese erano riusciti ad acquisire il controllo di Liberamensa, la cooperativa che nel 2018 aveva ottenuto il servizio in appalto dal Comune. Per questo filone del processo cinque persone sono ora rispondono di concorso in 'trasferimento fraudolento di valori' con l'aggravante dell'agevolazione mafiosa.
Il bar del Palagiustizia, chiuso nel 2020, ha riaperto nel 2023 con una gestione diversa. L'inchiesta, nel suo complesso, si concentra sui tentativi della 'ndrangheta di infiltrarsi nelle attività economiche della ristorazione del commercio, e prende in esame alcuni episodi classificati come di usura ed estorsione.
La figura chiave del procedimento di oggi è considerata quella di Rocco Pronestì, 73 anni, originario di Cittanova (Reggio Calabria), che secondo gli inquirenti aveva raggiunto il grado di 'Vangelo' e operava come referente del clan di Carmagnola per la zona di Orbassano. Otto imputati hanno scelto il rito abbreviato. La Regione Piemonte e il Comune di Torino si sono costituite parte civile Alessandro Mattioda e Giuseppina Isabella Gianotti.