L’associazione Basta Vittime deposita un atto d’accusa in cui ipotizza il reato di omicidio stradale colposo: «Molti cittadini ci hanno contattato per segnalarci le responsabilità di chi gestisce quel tratto di strada». Oggi i funerali del motociclista a Isca sullo Jonio
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È il momento delle lacrime: oggi, nella chiesa di San Michele Arcangelo, Isca sullo Jonio saluterà Raffaele Varano, il motociclista di 28 anni che ha perso la vita il 21 agosto nell’ennesimo incidente sulla statale 106.
Per l’associazione Basta Vittime sulla strada statale 106 è anche il momento dell’impegno: questa mattina i volontari hanno presentato ai carabinieri di Corigliano Rossano una denuncia nei confronti dell’Anas.
I firmatari della denuncia sono il presidente e responsabile legale Leonardo Caligiuri e il direttore operativo Fabio Pugliese. “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” ha già comunicato la volontà di volersi costituire parte civile nel processo penale dopo aver ottenuto il consenso dei familiari di Raffale Varano: questo è un nuovo step, dall’associazione è arrivata una denuncia per omicidio stradale colposo in concorso «che si è resa necessaria – si legge in una nota – a fronte di diverse comunicazioni ricevute tramite email da molti cittadini nelle giornate del 22 e del 23 agosto e nelle quali sono emersi fatti e prove circostanziate che evidenziano ulteriori gravissime responsabilità dovute all’inadempienza dell’Ente proprietario e/o gestore del chilometro 157+200 della strada Statale 106».
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In 12 pagine, Basta Vittime ripercorre presunta manchevolezze nella gestione di quel tratto dell’arteria stradale. «Abbiamo voluto onorare la memoria di Raffaele Varano – afferma Leonardo Caligiuri – nel giorno dei suoi funerali recandoci in caserma e denunciando quanto abbiamo appreso negli ultimi due giorni. È veramente incredibile la gravità dei fatti circostanziati che abbiamo avuto modo di raccogliere e che confermano ulteriormente la nostra volontà di costituirci parte civile nel processo penale».
«Quella di Raffale – si chiede Caligiuri – è una morte che si poteva evitare? Probabilmente sì, se anche chi doveva fare il proprio dovere non avesse mancato di farlo. Questo ci lascia addolorati e affranti ma anche più determinati nella nostra volontà di ricercare la verità dei fatti. Lo dobbiamo a Raffaele, alla sua fidanzata che ancora oggi lotta tra la vita e la morte, alla famiglia Varano ma anche e, soprattutto, a tutte le vittime della strada Statale 106».
«L’incredibile coraggio dei cittadini – continua il direttore operativo Fabio Pugliese – questa volta ha veramente fatto la differenza. Il senso civico ha superato l’omertà e ci ha consentito di raccogliere fatti e prove circostanziate. È già una grande vittoria: se i cittadini ci aiutano e denunciano alla nostra Organizzazione di Volontariato le inadempienze e le irresponsabilità di chi deve garantire sicurezza sulla Statale 106 può iniziare una vera rivoluzione culturale che sicuramente determinerà un cambiamento positivo sulla famigerata e tristemente nota “strada della morte” in Calabria».