«A me Tommaso Scalzi mi ha detto che sia Scalzi che Rizzuti gli avevano fatto una promessa di 20mila euro».
A parlare è Vincenzo Antonio Iervasi, oggi collaboratore di giustizia e fino a poco tempo fa uno degli elementi di spicco del gruppo criminale Carpino attivo nel Comune di Cerva, sciolto per mafia in seguito all’inchiesta Karpanthos della Dda di Catanzaro.
Il verbale è recentissimo, 16 luglio scorso, ed è stato messo agli atti dell’udienza preliminare del processo Karpanthos che mira a inquadrare le cosche della Presila catanzarese.
Dunque Iervasi rivela che Raffaele Scalzi, candidato con la lista Progetto Futuro, e Massimo Rizzuti, dipendente comunale e fratello del candidato a sindaco Fabrizio Rizzuti, avrebbero promesso 20mila euro a Tommaso “Masino” Scalzi in cambio di appoggio elettorale.

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Tanto che «Massimo Rizzuti mi ha anche detto che Tommaso Scalzi una volta lo ha aspettato davanti al cimitero con una accetta» perché la promessa non sarebbe stata mantenuta.
Dal canto suo Scalzi avrebbe negato questo fatto tanto da dire a Iervasi «che non avevano fatto la promessa dei 20mila euro, però io ho pensato che invece era vero, per quello che già mi aveva detto Massimo Rizzuti».
Tommaso Scalzi è un soggetto conosciuto a Cerva, già condannato per associazione mafiosa in Lombardia e molto vicino al boss Franco Coco Trovato.
Secondo il collaboratore, il motivo che avrebbe spinto a contattare Masino Scalzi è dovuto al fatto che «i voti gliel’ha raccolti perché fa un po’ paura, sotto imposizione: un pezzo grosso, con tanti anni di carcere, lui è uno che ha praticato con Franco Coco quindi la gente lo sa di che tipo si sta parlando».

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I 600 euro mandati a Tommaso Scalzi in Germania

Iervasi assicura che con lui il dipendente comunale Massimo Rizzuti «si è sempre confidato» e gli avrebbe raccontato che «gli avevano mandato 600 euro in Germania a Tommaso Scalzi, glieli aveva mandati Massimo Rizzuti con una persona che lavorava in Germania…». Soldi mandati dopo le elezioni e recuperati tramite le fatture gonfiate che avrebbe emesso il titolare di un impresa «dove il Comune di Cerva porta i mezzi per le riparazioni».
Il pentito rivela, sempre per averlo appreso da Massimo Rizzuti, che «Tommaso Scalzi, era uscito dal carcere nel 2016 e non si trovava tanto bene è per questo motivo che si son messi insieme, hanno fatto il patto, poi lui, Tommaso Scalzi, ha parlato per le votazioni, loro poi lo hanno corrisposto in questo modo».

I dissapori tra Massimo Rizzuti e il sindaco Marchio

Iervasi racconta anche quelli che sarebbero i retroscena della vita politica a Cerva, compresa di dissapori e attriti.
Dice che Massimo Rizzuti lavorava al Comune, alla spazzatura e aveva dei problemi alla schiena e nonostante questi problemi il sindaco Mario Marchio (non indagato in questo procedimento) non gli ha voluto dare il posto al pulmino delle scuole che era un lavoro più leggero, ma lo ha messo alla spazzatura. Mi sembra che Massimo Rizzuti aveva fatto una carta per cui non poteva lavorate al camion della spazzatura, ma ciononostante Marchio lo teneva a lavorare lì».
Per questa ragione un giorno Iervasi assicura di avere assistito a una lite in piazza tra il sindaco e Massimo Rizzuti tanto che era intervenuto Danilo Monti, altro esponente della cosca oggi collaboratore di giustizia, che aveva messo le mani addosso a Marchio «perché Monti e Rizzuti sono cugini di primo grado».
«Quando poi loro hanno vinto le elezioni nel 2017, il fratello sindaco (Fabrizio Rizzuti, ndr) lo ha messo al pulmino, che era un lavoro più leggero, lavorava dalle 8 alle 8.30 e poi alle 13».