La nuova organizzazione della Dia e la sua proiezione internazionale. È questo il tema del calendario della direzione investigativa antimafia illustrato questa mattina nella sede catanzarese da Beniamino Fazio, direttore del centro operativo. 

«Il nostro direttore ha voluto raccogliere il desiderio di tutto il personale, di rafforzare lo spirito identificativo della Dia e veicolare anche attraverso il calendario il messaggio della nostra presenza sul territorio sottolineando l'attività svolta a livello istituzionale» ha chiarito Fazio nel presentare il calendario.

«Unitamente alle altre forze di polizia siamo impegnati nel contrasto alla criminalità organizzata. Abbiamo questa missione particolare». Il tema del calendario, come detto, riguarda la nuova organizzazione della Dia e la sua proiezione internazionale.

«Quando è stata costituita la Dia era un servizio centrale ma poi seguendo le dinamiche della criminalità organizzata si è ramificata sul territorio nazionale. Oggi abbiamo 15 centri operativi costituiti sul territorio nazionale e 9 sezioni operative. L'articolazione catanzarese è stata elevata a centro operativo e ha competenza sul 70% del territorio calabrese».

«La 'ndrangheta ha mutato pelle e non è più una criminalità organizzata contrassegnata da episodi di violenza» ha aggiunto il direttore soffermandosi sull'attività svolta nell'ultima anno. «Adesso si muove sempre più in maniera silente, desta minore visibilità e preoccupazione sul territorio. Questo significa che la maggiore pericolosità è proprio questa: mentre l'opinione pubblica è attratta da altre tipologie di reati, la criminalità organizzata, soprattutto quella calabrese, continua ad infiltrare il tessuto economico».

«Noi come Dia stiamo svolgendo una forte attività dedicata alle misure di prevenzione e analisi. La Dia è presente all'interno dei gruppi interforze creati all'interno delle Prefetture che ci consente di monitorare le numerose imprese al fine di evitare l'infiltrazione della 'ndrangheta» ha aggiunto.

«Si tratta di una attività frenetica, basti pensare che nel solo distretto di competenze sono state analizzate più di 2.600, più di 5mila persone. Le interdittive nonostante il decreto legge del 2021 che ha previsto due istituti - quello del preavviso e quello del contraddittorio - ci sono e sono numerose. Parliamo in tutto il distretto di 50 interdittive emesse nell'ultimo anno. Questo dimostra che i prefetti in Calabria stanno facendo un lavoro pregevole supportati da tutte le forze di polizia».