La Dia, Direzione antimafia di Firenze, ha sequestrato stamani i beni, per un valore complessivo di tre milioni di euro, ad un imprenditore calabrese che da anni aveva trasferito le sue attività in Toscana. Secondo le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Firenze, l'uomo, con la collaborazione di presunti prestanome, avrebbe effettuato nel tempo alcuni importanti investimenti acquisendo degli esercizi commerciali tra cui risulterebbero bar, pasticcerie e pizzerie, e diversi appartamenti nel capoluogo toscano e nella vicina città di Prato. Attraverso queste attività, il denaro riciclato veniva poi reimmesso nel circuito dell’economia legale. 

 

L’operazione, denominata, “Becco d’oca”, ha permesso di scoprire un’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e all’evasione fiscale che operava tra la Calabria e la Toscana. Sei sono gli indagati: quattro originari di Strongoli, nel crotonese, uno della provincia di Cosenza e uno della provincia di Bologna.


Una decina le operazioni finanziarie sospette individuate dagli investigatori, commesse tra il 2009 e il 2014, dai sei indagati. La Dia ha compiuto una complessa ricostruzione patrimoniale che ha permesso di individuare innumerevoli acquisti di beni mobili e immobili e costituzioni societarie da parte dell’associazione a delinquere.