La Corte di Cassazione, sesta sezione penale, ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dalla Procura di Catanzaro contro la decisione del Riesame che aveva rimesso in libertà Domenico Pace, cognato di Domenico Megna.
Pace, difeso dagli avvocati Gianni Russano e Mario Lucente, è indagato nell’ambito dell’inchiesta Glicine con l’accusa di associazione mafiosa. Viene considerato dalla Dda di Catanzaro un partecipe della cosca dedito ad investimenti nel settore del gaming dove imponeva «l’installazione di giochi elettronici e punti scommessa on line, in esercizi commerciali della zona di Crotone nonché coadiuvavano gli altri membri del sodalizio nella gestione di attività economiche, anche nel nord Italia specie per ciò che concerne la consumazione di truffe commerciali».