VIDEO | Ventisei anni fa il sequestro e l'omicidio del fotografo, i cui resti vennero ritrovati a Pietra Cappa in Aspromonte. L'appello della figlia Deborah: «Non si mortifichi quel luogo»
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Per ricordare Lollò Cartisano e tutte le vittime innocenti della 'ndrangheta anche quest’anno, come ogni 22 luglio, l’associazione antimafia Libera si è ritrovata a Bovalino nel ricordo del fotografo sequestrato nel 1993 e i cui resti sono stati ritrovati a Pietra Cappa. Stavolta però nessuna marcia in Aspromonte. Da qualche tempo la strada, franata in molti punti, non è più percorribile.
Nonostante le ripetute richieste all’Ente Parco da parte della famiglia il tratto di strada non è stato ripristinato e la responsabilità di “accompagnare” le persone che, in cerca di memoria, muovono i loro passi lungo quel sentiero è diventato troppo oneroso. «Se la memoria è impegno, allora la Calabria deve certamente impegnarsi di più – ha espresso Deborah Cartisano, figlia di Lollò e anima di Libera - valorizzare e non mortificare un luogo che negli anni è stato percorso da centinaia di persone, le quali avevano la profonda convinzione che, attraversando l’Aspromonte, ci si riappropriarsi di un luogo meraviglioso, non più “covo dei sequestri” e dei summit della 'ndrangheta ma spazio di reale testimonianza ed impegno concreto». Il Comune di San Luca si sta impegnando a ripristinare una parte di sua competenza, ma non può farsi carico di tutto il percorso. «Auspichiamo – ha concluso Cartisano - che chi di dovere faccia il resto».
Per ricordare il sacrificio di Lollò è stata celebrata una messa nella casa che fu teatro del sequestro 26 anni fa. Ad officiarla il vescovo delal diocese di Locri-Gerace Francesco Oliva. «Che la nostra terra, bagnata da tanto sangue, possa guardare con più fiducia al futuro – ha espresso il presule nel corso della sua omelia - conservando la memoria, affinchè ciò che è accaduto non accada mai più».