I sogni della giovane spezzati tra le lamiere contorte di una strada che continua ad uccidere all'altezza di Melicucco. La 27enne tornava dal lavoro
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di Gabriella Lax - Si chiama Chiara Fava, ha appena 27 anni ed è l’ultima vittima della strada di grande comunicazione Jonio Tirreno all’altezza di Melicucco. Solo ieri un 15enne è rimasto ucciso contrada Palazzi di Casignana e sabato un pedone è stato investito a Bova.
Chiara torna a casa ieri sera, ed è una sera come tutte le altre, messa da parte la fatica della giornata, è domenica e la felicità di poter finalmente riposare è ancora più grande.
Chissà, forse, come spesso accadeva, anche ieri Chiara ascolta Marco Mengoni in auto, era andata al suo concerto al palaCalafiore di Reggio Calabria qualche settimana fa, per sentirlo. Aveva cantato con enfasi e si era emozionata. Sì perché non è solo una bellissima ragazza Chiara, occhi lucenti spalancati sul mondo e tanta voglia di vivere: sul suo profilo Facebook, oltre alle sue belle immagini ci sono le condivisioni con le amiche, il rapporto speciale che le lega.
È l’immagine di una donna sensibile, capace di gioire del “qui e ora”. «Tu sei una persona di quelle che si incontrano quando la vita decide di farti un regalo» scrive alla sua amica Parla di resilienza nei suoi post, ma è soprattutto la parola “cuore” accesa, ripetuta, quella che colpisce e dà il senso della persona. Quello stesso cuore che ieri sera ha smesso di battere per una tragica fatalità.
La sua auto, una Lancia Y, va ad appena 60 km/h e, secondo una prima ricostruzione, non ci sono sue responsabilità nell’incidente. E in una sera come tutte le altre uno impatto fatale distrugge la vita ed il sorriso della ragazza. Uno scontro frontale con un fuoristrada bianco all’altezza di Melicucco.
Chiara resta intrappolata tra le lamiere, non c’è scampo per lei. Tutto finisce in pochi istanti. I soccorritori giunti sul posto ne constatano il decesso. E Taurianova, la sua città d’origine, piomba nello sconforto. Era benvoluta ed amata da tutti, una ragazza solare.
“La felicità richiede coraggio” scriveva: il coraggio ora lo dovrà avere la comunità, per superare questo tremendo lutto ed andare avanti. E restano le parole di “Maledetto labirinto” di Elisa, tragica premonizione, «A te che sai, comunque sai, non muore mai, il ricordo. Ogni cosa è inutile quando so che vorrei solo te». Lo stesso ricordo che accompagnerà chi Chiara l’ha conosciuta.