All’agente di Vibo inflitti 3 anni e 10 mesi di carcere per l’inchiesta sulle ingerenze della criminalità nelle aziende di vigilantes
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Il questore di Vibo Andrea Grassi ha sospeso dal servizio, con proprio provvedimento e con effetto immediato, il poliziotto Stefano Mercadante a seguito della sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Vibo Valentia che, mercoledì scorso, ha inflitto all’agente in servizio alla Questura di Vibo una pena pari a 3 anni e 10 mesi di reclusione per il reato di corruzione e concussione con parte offesa Pietro Di Costa, titolare all'epoca dei fatti di un istituto di vigilanza e oggi testimone di giustizia. Stefano Mercadante, agente in servizio alla Questura di Vibo, è stato anche dichiarato dal Tribunale interdetto dai pubblici uffici per la durata di cinque anni e condannato al pagamento delle spese processuali.
L’inchiesta antimafia è scattata nel novembre del 2013, sulla scorta proprio delle dichiarazioni rese dall’imprenditore e testimone di giustizia Pietro Di Costa, e mirava a far luce sulle pressioni e le ingerenze della criminalità organizzata sugli istituti di vigilanza operanti nel Vibonese. Mercadante, che ha sempre professato la sua innocenza, ha reso noto, attraverso il suo legale Francesco Muzzopappa, di «aver rinunciato alla prescrizione dei reati, della quale invece altri hanno beneficiato, sicché al di là della sentenza di condanna, nella quale non si vuole entrare in alcun modo nel merito in attesa di conoscere le motivazioni che hanno indotto il Tribunale a determinarsi in tal senso, ha dato prova del grande ed indissolubile spessore morale e umano della persona rendendo onore a se stesso e - aggiunge l’avvocato Muzzopappa - soprattutto al suo ultra trentennale impegno di stimato e onorato poliziotto».