L’ordine di non mandare i propri figli a scuola sarebbe stato impartito a mezzo WhatsApp nella chat del gruppo classe dei genitori della terza elementare in cui il piccolo Francesco (il nome è di fantasia) si era appena inserito. Proveniente da un’altra sezione del medesimo istituto comprensivo, il bimbo di otto anni ha conosciuto i suoi nuovi compagni sabato scorso 18 novembre. Il suo inserimento è stato accompagnato dalla presenza della madre, concordata con il dirigente scolastico «per dargli un riferimento in quel nuovo contesto, se si fosse sentito smarrito» afferma la donna nel ricostruire la vicenda culminata poi il 22 novembre, con l’assenza di massa di tutti gli scolari come gesto di protesta per l’arrivo di quel nuovo elemento «preannunciato come soggetto di disturbo perché iperattivo».

Adulti inqualificabili

«Voglio subito sgombrare il campo dai fraintendimenti – dice al nostro network la mamma di Francesco - I bambini e le bambine di questa classe sono meravigliosi e meravigliose, tutti e tutte indistintamente. Sabato scorso hanno accolto mio figlio con festa e gioia nel cuore: hanno suonato insieme una tastiera collocata in aula instaurando così subito un rapporto empatico e di immediata condivisione attraverso il linguaggio universale della musica. Adesso, dopo l’inqualificabile azione commessa non da loro, ma dagli adulti, Francesco la sera mi chiede: “Mamma, secondo te domani i compagni li trovo o sarò di nuovo solo”. Parole che alimentano in me riflessioni amare sulle conseguenze che tutto questo potranno lasciare in lui. Conseguenze forse indelebili perché subite da un bambino di 8 anni». Denunciata pubblicamente la vicenda avrà degli sviluppi.

La mail non letta

Il Garante per l’Infanzia e l’Adolescente Antonio Marziale ha avviato una istruttoria mentre il dirigente scolastico ha attivato una verifica interna indirizzata soprattutto nell’accertamento dell’eventuale coinvolgimento di uno o più docenti nel piano concordato di isolare Francesco, attraverso l’organizzazione dell’assenza di massa che, si apprende da fonti accreditate, nel pomeriggio precedente al fatto sarebbe stata pure comunicata al dirigente stesso a mezzo posta elettronica, ma in orario successivo alla chiusura degli uffici di segreteria. Il messaggio quindi, sarebbe stato visionato dal personale e dal dirigente stesso soltanto la mattina del 22 novembre, quando ormai il fatto si era verificato. «Mi mortifica non aver ricevuto delle scuse – dice ancora la madre di Francesco – Mi mortifica che qualcuno dei genitori autori di questo vile comportamento ai danni di una creatura innocente non soppesi adeguatamente le conseguenze, etichettando l’episodio come una bolla di sapone. Io mi chiedo invece cosa loro abbiano detto ai figli per costringerli a non andare a scuola». Prendo atto che uno dei rappresentanti dei genitori della nuova classe è pure un docente del medesimo istituto. E prendo atto che uno dei docenti della nuova classe di Francesco è legata da rapporti di amicizia con l’insegnante precedente, a causa del quale, di concerto con il dirigente scolastico, ho optato per il cambio di sezione. Un trasferimento che non è stato un capriccio, ma dettato da alcuni elementi oggettivi – aggiunge la mamma di Francesco – Spesso ho trovato mio figlio fuori dalla classe seduto al banchetto del collaboratore scolastico, in altri casi Francesco rientrando a casa mi ha chiesto di metterlo in punizione perché, parole sue, “sono troppo cattivo”. Una frustrazione manifesta che non mi ha lasciato altra scelta».

Il tenero invito

«L’accoglienza di sabato a suon di musica mi aveva illuso, adesso non so se sarò costretta a cambiare scuola. So però che intendo andare fino in fondo. L’ho detto al garante Marziale ed alla responsabile dell’ufficio scolastico provinciale Loredana Giannicola che non mi pare si sia ancora attivata con efficacia». Nel quadro della dolorosa vicenda però, c’è uno squarcio di luce. Attraverso  la pagina social Cosenza 2.0 un bambino di nome Alessandro ha invitato Francesco al suo compleanno: «Verrò alla tua festa – ha risposto il piccolo - ma devo dirti che io a calcio non gioco bene, la mia passione è il nuoto».