Un episodio sconcertante ha scosso in queste ore la comunità di Varapodio e di tutta la Piana. È stata data alle fiamme l'auto di don Gianni Rigoli, il parroco che il 15 gennaio scorso fu preso a testate in chiesa dopo che, come riporta la sua denuncia, avrebbe fatto rispettare una disposizione del vescovo finalizzata ad arginare l’ondata di contagi da influenza e covid.

L'intera collettività è scioccata ed esprime la propria vicinanza al sacerdote, condannando l'accaduto. Sui social, infatti, sono tanti i messaggi di sdegno per quanto successo e di solidarietà al parroco di Varapodio. Un’ondata di solidarietà che comincia a coagularsi intorno allo slogan "Io sto con don Gianni".

Il sindaco di Varapodio

Durissimo il commento del sindaco di Varapodio, Orlando Fazzolari: «Ogni commento è inutile, siamo sprofondati, dobbiamo reagire con coraggio e determinazione, Varapodio non è questa, purtroppo la nostra immagine di paese eccellente ha subito una brutta inclinazione, adesso basta, dobbiamo reagire compatti per riappropriarci della nostra serenità. Esprimo  piena solidarietà a nome mio e di tutta la comunità civile a Don Giovanni Rigoli. Invito tutta la cittadinanza a partecipare al consiglio comunale aperto che si terrà Lunedì alle ore 17, presso la sala del consiglio comunale. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare!

Il sindaco di Taurianova

Sostegno arriva anche dal sindaco di Taurianova, Roy Biasi, che sui canali social dichiara: « Sono profondamente colpito dalle notizie che arrivano, a proposito dell'incendio che ha distrutto l'auto di don Gianni Rigoli, danneggiando la canonica di Varapodio e mettendo in pericolo le persone che vi erano dentro. Se venisse confermata l'ipotesi di un rogo doloso, si tratterebbe di un gesto gravissimo che mi induce a rinnovare a don Gianni i sentimenti di solidarietà che già gli avevo espresso nei giorni scorsi, a nome anche della sua e nostra Taurianova. Sono vicino in questo momento a quanti, nella vicina Varapodio, hanno vissuto momenti di ansia e preoccupazione per la brutta serata vissuta. Confido che le forze dell'ordine facciano piena luce sul fatto per assicurare alla giustizia chi attenta alla tranquillità di un sacerdote, e della sua comunità parrocchiale, in maniera così tracotante».

Il sindaco di Polistena

Ad esprimere vicinanza al sacerdote è anche Michele Tripodi, sindaco di Polistena: «Ho appreso poco fa dell’incendio dell’autovettura di don Giovanni Rigoli, il parroco aggredito già una prima volta qualche settimana fa a Varapodio per non essersi piegato ai diktat della ‘ndrangheta. È impensabile e sconcertante che un giovane sacerdote che fa rispettare le regole debba essere oggetto di una becera escalation criminale. A lui un sentito e caloroso incoraggiamento a non piegare la testa e a farsi forza per respingere ogni tentativo di sopraffazione mafiosa. Alle forze dell’ordine e alla magistratura una richiesta di intervento affinché venga ripristinata la legalità e con essa la serenità di una persona civilmente impegnata che svolge solo il suo lavoro. Non un passo indietro nella lotta alla ‘ndrangheta».

Vincenzo Speziali (UdC): «Massima solidarietà»

«Da devoto e osservanze credente, del Magistero Universale della Chiesa Cattolica Apostolica e Romana, nonché da Responsabile Regionale dell'UdC, Partito di maggioranza nei Governi Nazionale e locale -ma anche formazione politica che si innerva, seppur nella vita laica, nei principi religiosi, succitati- intendo a nome mio personale e del Partito Regionale che ho l'onore di rappresentare (con in special modo il Commissario Meteopolitano di Reggio Calabria, Riccardo Occhipinti), manifestare sdegno e condanna, per l'ennesimo e vile gesto al Parroco di Varapodio, Don Gianni Rigoli, ancora una volta vittima di accanimento insulso ed intollerabile». È quanto scrive in una nota il rappresentante dell'Udc Vincenzo Speziali. 
«Di più - aggiunge -, chiederò nelle prossime ore, verifiche e attenzioni, in modo determinato al Ministero dell'Interno, così come massima attenzione e tutela, verso l'ecclesiastico, in quanto non intendo lasciar passare nulla sottotraccia, circa questi atti di assurda inciviltà che possono essere di varia matrice criminale.
Con l'occasione, all'illustre Parroco, invio un abbraccio caloroso e al contempo l'invito a continuare la sua alta missione religiosa, avendo noi democratici cristiani a fianco, così come desidero far presente all'intera Curia Metropolita di Reggio Calabria, con in testa l'Eccellentissimo Mons. Arcivescovo Fortunato Morrone, la nostra assoluta devozione ai canoni ecclesiastici di Santa Romana Chiesa e l'adesione convinta -con annessa rappresentazione e difesa dei poteri legittimi dello Stato (gli unici che si riconoscono e a cui non si permetterà a nessuno di derogare)- che noi tutti avvertiamo naturalmente nostro e di cui mi faccio garante sin da ora, nuovamente e in maniera più che mai convinta».