“L’assunto complessivo è infondato”. Arriva dal Consiglio di Stato la seconda bocciatura per la Regione Calabria, dopo la sentenza del Tar che aveva rigettato il ricorso proposto dal dipartimento Tutela della Salute per l’annullamento del decreto commissariale 86 del 24 maggio scorso, con il quale il plenipotenziario della sanità calabrese, Massimo Scura, aveva ratificato l’avvio di una collaborazione in forma sperimentale con l’Inps incaricata di accertare i requisiti sanitari in materia d'invalidità civile.

 

Il protocollo

Il provvedimento sottoscritto tra la struttura commissariale e l’Inps prevede infatti che, a decorrere dal 1 settembre 2017, quest’ultima subentri, in via sperimentale e per la durata di un anno, nell'esercizio di tutte le funzioni di accertamento dei requisiti sanitari di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilita, già di competenza delle commissioni mediche di tutte le aziende sanitarie regionali.

 

Il Tar

Già i giudici di primo grado avevano ritenuto infondate le censure mosse dalla Regione Calabria, la quale aveva dichiarato che la materia non risultava di diretta competenza della gestione commissariale trattandosi, viceversa, di funzioni attribuite alla Regione ed esprimendo forti dubbi sui risparmi che l’avvio della nuova collaborazione avrebbe comportato.

 

Competenze

I giudici di Palazzo Spada hanno nuovamente respinto l’appello proposto dalla Regione confermando la pronuncia del Tar. In primo luogo il Consiglio di Stato ha ribadito che “contrariamente a quanto afferma la Regione Calabria il potere del Commissario è giuridicamente fondato dal momento che a lui è attribuita la facoltà di adottare tutte le misure indicate dal piano di rientro dai disavanzi sanitari, in quanto presupposti o comunque correlati e necessari alla completa attuazione del piano, anche in contrasto con precedenti atti regionali”

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I risparmi

“Non vi sono assolutamente dubbi sul fatto che il recupero di somme in precedenza destinati a remunerare il personale medico impegnati nelle commissioni per l’invalidità civile costituisce un indubbio e diretto risparmio di spesa in quanto i medesimi sanitari potranno ritornare alla loro attività principale della cura dei pazienti evitando ulteriori assunzioni di medici. Contrariamente a quanto vorrebbe dunque la Regione Calabria l’area di gestione del commissario non è affatto ontologicamente indistinta ma resta comunque delimitata e circoscritta al novero delle azioni indispensabili per riportare la gestione finanziaria della sanità ai necessari equilibri economici e funzionali. La certezza dei risparmi è comprovata proprio dal fatto che la gran parte delle attività, attualmente svolte dalle Asl, saranno via via assunte a carico dell’Inps con un diretto risparmio per gli oneri del servizio sanitario regionale e con un miglioramento delle prestazioni del personale medico che, come visto, potrà tornare ad assicurare i propri compiti sanitari in favore dei pazienti della Regione. Quanto poi ai pretesi disagi iniziali ed ai costi aggiuntivi, non risulta corrispondente al vero che gli utenti, che dovranno sempre e necessariamente recarsi presso Catanzaro, Reggio Calabria e Rossano Calabro. Infatti, in relazione alla notoria articolazione dell’Inps sul territorio, l’Istituto ha chiarito che le visite mediche saranno effettuate presso tutti i centri medici legali presenti nelle direzioni provinciali (Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia) e presso le Agenzie Inps di Lamezia Terme e Rossano”.