Le aziende insediate nella zona industriale di Maierato rimangono nel mirino, ma gli imprenditori colpiti reagiscono e, senza sottovalutare gli attacchi, inneggiano alla collaborazione con le forze dell’ordine e a proseguire gli investimenti.

Giuseppe Callipo, patron del gruppo di famiglia che nel sabato nero ha subito la doppia visita dei postini del racket – in due sue aziende sono stati ritrovati bottiglie con liquido infiammabile e cartucce – non ha dubbi: “Non è il primo attentato che subiamo e mai come in questo momento è più alta che mai la fiducia in chi indaga”. Gli fa eco il presidente degli industriali vibonesi, Rocco Colacchio, che annuncia “azioni concrete” di sostegno visto che le intimidazioni subite dalle due società che operano nel ciclo siderurgico si inquadrano in una escalation che nella stessa zona industriale ha visto prese di mira altre aziende che operano nel settore dei rifiuti. Rimane alta l’attenzione delle forze dell’ordine, sugli ultimi fatti indagano i carabinieri, e in tanti sospettano che le azioni criminali possano essere conseguenza delle fibrillazioni nei clan, in conseguenza degli arresti che hanno decapitato il clan Bonavota che da Sant’Onofrio spadroneggia fino a Maierato.  

 

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