I Carabinieri della Compagnia di Catanzaro stanno conducendo da questa notte un’operazione che ha portato all’arresto di quattro persone che gli inquirenti ritengono responsabili di una serie di atti intimidatori e danneggiamenti (in particolare utilizzando delle bottiglie incendiarie) compiuti nella zona sud di Catanzaro ai danni di commercianti e attività economiche. Le intimidazioni avrebbero avuto finalità estorsive ed ai soggetti viene contestata l’aggravante dall’aver agito con il metodo mafioso.

 

Gli arrestati: Santino Mirarchi, 32 anni; Domenico Falcone, 43 anni; Antonio Giglio, 40 anni; Antonio Sacco, 21 anni

 

Secondo gli inquirenti gli arrestati sarebbero gli autori di una serie di intimidazioniche avrebbero avuto delle finalità estorsive, e che avevano creato un' allarme sociale nella città Catanzaro Lido, dove si erano registrati diversi atti incendiari, con presenza di bottiglie di liquido infiammabile e con l’esplosione di colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di commercianti e imprenditori.


Gli investigatori hanno ricostruito con certezza sei episodi criminosi messi in atto dalla banda guidata da Mirarchi. tutti avvenuti nel periodo tra il 6 maggio 2015 e il 10 settembre 2015.


Bombardieri si è soffermato sul livello dell'operazione che si inserisce in un "momento in cui la comunità di Catanzaro aveva evidenziato la situazione della sicurezza in città a causa delle continue intimidazioni". Una risposta, dunque, alla criminalità organizzata, perché, ha spiegato il procuratore, "il territorio non è stato lasciato ai delinquenti, ma è dello Stato, come hanno confermato oggi i carabinieri".


Rispetto al profilo dei quattro arrestati, Bombardieri ha affermato che si tratta di "quattro soggetti che hanno tentato di impossessarsi del territorio e che ambivano a controllare le attività economiche della zona attraverso il metodo mafioso, anche senza collegamenti diretti con le organizzazioni criminali esistenti".


“È stata smentita l'idea che le forze dell'ordine fossero in una situazione di impasse - ha aggiunto Luberto - perché non c'è una situazione di emergenza e i fenomeni esistenti sono adeguatamente controllati". C'è, però, la necessità di soffermarsi sui possibili collegamenti con le cosche della 'ndrangheta, è stato ribadito, ma "operazioni di questo genere - ha affermato Luberto - consentono di avere maggiore fiducia". Per questo Luberto ha anche lanciato un appello a commercianti e imprenditori: "Non colludetevi - ha sostenuto - non ce n'è bisogno e non conviene neanche economicamente. Conviene, invece, fondare il proprio operato economico sull'onestà. In questo caso c'è stata una denuncia, le indagini, le ordinanza del Gip e gli arresti, tutto ha funzionato".