È stata lasciata una bottiglia incendiaria legata ad uno degli escavatori. Il presidente del Consiglio regionale Mancuso: «Azione intollerabile». Talerico spinge affinchè sia affrontato il tema sicurezza
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Ignoti hanno lasciato una bottiglia incendiaria legata ad uno degli escavatori della ditta impegnata nella realizzazione di un centro residenziale davanti al porto di Catanzaro. L'episodio è stato denunciato ai carabinieri.
«Azione grave, sconsiderata e intollerabile». Definisce così l'accaduto il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso. «Esprimo la solidarietà mia e del Consiglio regionale - aggiunge Mancuso - al costruttore e a tutti coloro che sono impegnati nel cantiere edile, sicuro che gli inquirenti sapranno assicurare alla giustizia chi si è reso responsabile di un’intimidazione che, aggiungendosi ad altri gesti di analoga portata, impone a tutti noi - non solo alle forze dell’ordine e ai magistrati - di tenere alta la guardia. Lo sviluppo sostenibile, specie in un’area di grande fermento imprenditoriale, commerciale e turistico com’è il quartiere Lido di Catanzaro, va accompagnato garantendo la libertà d’iniziativa economica in un clima di piena legalità».
Sulla vicenda si è espresso anche Antonello Talerico, consigliere comunale, secondo il quale l'atto intimidatorio a Lido «è l’ennesimo monito e conferma quanto avevo già scritto nei giorni scorsi circa la necessità di un nuovo Piano di Sicurezza integrata e di Sicurezza urbana, anche tenuto conto delle nuove disposizioni introdotte in materia di sicurezza delle città. Il mio appello all’on.le Wanda Ferro ed al prefetto di Catanzaro Enrico Ricci, è caduto nel vuoto, eppure il tema della sicurezza è un tema importante non soltanto politicamente, ma anche istituzionalmente poichè fondamentale e, centrale nell’agire di un sottosegretario di Stato e di un prefetto, quali organi di Governo presenti sul territorio».
Per Talarico «interi quartieri posti a sud del capoluogo, tra cui Catanzaro Lido ed altre aree limitrofe (Area Magna Graecia - Ente Fiera, Viale Isonzo, S. Maria, etc…), sono diventati da tempo aree degradate ove si registrano – anche in pieno giorno - fenomeni di criminalità diffusa e predatoria, ovvero plurime condotte illecite, comprese l'occupazione arbitraria di immobili ed il traffico di sostanze stupefacenti, aggressioni, furti e danneggiamenti, che turbano anche il libero utilizzo degli spazi pubblici – molti oramai hanno anche rinunciato alla semplice passeggiata serale sul lungomare –, con pregiudizio grave anche a danno degli esercizi commerciali spesso attenzionati da vere e proprie bande che oramai controllano il territorio, anche in maniera stazionaria. Ecco perché non è più sufficiente per come mi era stato riferito dal prefetto di Catanzaro, Enrico Ricci, limitarsi ad attivare per l’imminente stagione estiva un Piano di Sicurezza ordinario, occorre piuttosto un impiego straordinario delle forze di polizia per far fronte alle esigenze non più meramente ordinarie di controllo del territorio, prevedendo l’installazione di sistemi di videosorveglianza più efficaci (nei prossimi giorni darò maggiori dettagli di un accordo che ho concluso con una società nell’interesse di tutti i Comuni calabresi). Né possiamo pensare di gestire un territorio come quello di Catanzaro con sole tre pattuglie divise per area nord, centro e sud, così sponiamo al pericolo le stesse forse dell’ordine e non consentiamo un sistema adeguato di controllo e osservazione territoriale».