Accolto dal Consiglio di Stato il ricorso della Elmecont Elettromeccanica e Controllo srl, ditta con sede a Maierato dell’imprenditore vibonese Michele Lico, attuale presidente della Camera di Commercio, contro il Ministero dell’Interno e la Prefettura di Vibo per l’annullamento dell’interdittiva antimafia atipica emessa nei confronti dell’impresa nel luglio 2015.

 

I giudici amministrativi hanno sottolineato che in un procedimento penale conclusosi con la condanna a carico di due estorsori di Lico, il reato di falsa testimonianza a carico di quest’ultimo è caduto in prescrizione e non può quindi affermarsi la colpevolezza dello stesso, attesa anche una carenza nelle indagini che avrebbe ben potuto portare all’esclusione di ogni responsabilità.

 

In secondo luogo è caduta in sede penale l’aggravante delle finalità mafiose nel reato di falsa testimonianza. Aggravanti mafiose poste alla base dell’interdittiva antimafia emessa dalla prefettura di Vibo Valentia.

 

In terzo luogo per quanto riguarda i subappalti presi da due ditte che lavoravano insieme ad altra ditta di Michele Lico, la Ligeam (mai destinataria di interdittiva antimafia), il Consiglio di Stato ha sottolineato che a carico di una ditta gli stessi giudici amministrativi di secondo grado hanno annullato l’interdittiva antimafia, mentre per altra impresa è stata la stessa Prefettura di Vibo Valentia ad annullare in autotutela l’interdittiva.

Per tali motivi il ricorso della ditta Elmecont Elettromenica, assistita dall’avvocato Carlo Comandè, è stato accolto.

 

PER ULTERIORI DETTAGLI E APPROFONDIMENTI: Consiglio di Stato annulla interdittiva antimafia per ditta di Michele Lico

 

Giuseppe Baglivo