Per la Procura il caso andava archiviato, ma il Gip ha disposto l’imputazione coatta dell’automobilista indagato per la morte nel 2018 di un’intera famiglia coinvolta in un incidente sull’A1. A rimarcarlo è l’associazione “Basta vittime sulla strada statale 106”. «La Procura della Repubblica di Cassino – si legge in una nota - ritenne non vi fossero responsabili per la morte di Stanislao Acri, della moglie Daria Olivo e del piccolo Pier Emilio, deceduti in un terribile incidente sulla A1 tra i caselli di Ceprano e Pontecorvo, nel Frusinate, il 15 luglio 2018, tanto da presentare richiesta di archiviazione del procedimento penale. Una richiesta ritenuta palesemente infondata dai legali della famiglia che viveva a Roma, originaria di Rossano, che hanno presentato opposizione. Negli atti, gli avvocati Antonio Cozza e Nicodemo Gentile hanno evidenziato la piena responsabilità dell'indagato».

Richiesta di archiviazione

In data odierna dinanzi al giudice per le indagini preliminari di Cassino è stata discussa la richiesta di archiviazione. Il giudice, dopo aver letto le opposizioni dei legali, ha disposto l'imputazione coatta dell'indagato, trasmettendo il fascicolo alla Procura della Repubblica di Cassino affinché formuli il capo di imputazione e trasmetta le carte al giudice dell'udienza preliminare. Nell'ordinanza viene sottolineata l'esigenza di effettuare una perizia per ricostruire quanto accaduto e stabilire tutta la verità in modo preciso, a partire dall'orario del sinistro.

Far emergere la responsabilità dell'imputato

«In questa fase dovevamo impedire che fosse scritta processualmente la parola fine in questa triste vicenda – hanno dichiarato i legali Antonio Cozza e Nicodemo Gentile all’ Associazione -. Professionalmente siamo molto soddisfatti in quanto è difficile che un giudice si sostituisca al pubblico ministero e disponga l'imputazione coatta dell'indagato. Significa che ha accolto pienamente le nostre richieste difensive. Ci sarà pertanto un’udienza preliminare e cercheremo di far emergere la piena responsabilità dell'imputato».

Verità e giustizia

«La commozione e la gioia che in questo momento sia io che gli altri componenti del direttivo stiamo provando è indescrivibile – ha commentato Fabio Pugliese, presidente dell’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” -. Volevamo  che questa tragica vicenda non venisse archiviata poiché siamo da sempre convinti che Daria, Pier Emilio e Stanislao meritassero verità e giustizia. Oggi è una giornata di sole per l’intera Calabria – ha aggiunto Pugliese –. La Magistratura, quella con la “M” maiuscola, forte come il vento di tramontana che oggi soffia su Corigliano Rossano, pretende esattamente come noi verità su un tragico incidente in cui vi sono molti i lati oscuri e non chiariti».


«Sento di dover rivolgere un pensiero alle Famiglie Acri e Olivo ed in particolare a Francesca, la sorella di Stanislao, perché con il suo esempio ha fatto capire a me ed alla nostra Associazione quanto possano diventare forti le donne calabresi quanto si tratta di difendere i loro amori – ha continuato -. Mentre voglio dedicare questo risultato importante a tutti coloro i quali ci hanno aiutato ed a una persona speciale in particolare, mons. Luigi Renzo, Vescovo di Mileto – Nicotera per la sua sconfinata sensibilità e la sua straordinaria e costante vicinanza».