VIDEO | Nell'ambito della mobilitazione nazionale indetta dal sindacato, nella città capoluogo, è intervenuto il coordinatore regionale: «Per la Calabria riteniamo che bisogna assolutamente organizzare un tavolo di confronto con la struttura commissariale»
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Striscioni, bandiere, megafoni. Scendono in piazza gli infermieri a Catanzaro nell'ambito della mobilitazione nazionale indetta dal sindacato Nursing up per protestare contro la legge di Bilancio ma in Calabria la manifestazione assume contorni più netti nei confronti della Regione e delle politiche sanitarie sinora adottate.
Il claim della protesta è «Vogliamo rispetto» e sugli striscioni si leggono frasi come «costretti a lasciare l'Italia per uno stipendio dignitoso e trattamenti meritevoli. Ora basta!».
I manifestanti chiedono il rispetto e la applicazione del contratto nazionale del comparto sanità, la revisione delle dotazioni organiche nel servizio sanitario regionale in numero insufficiente, l'incremento delle indennità di pronto soccorso e maggiori garanzie e sicurezza per il personale vittima spesso di aggressioni. Alla manifestazione hanno partecipato operatori provenienti da tutte le province calabresi.
Il coordinatore regionale Stefano Sisinni ha dichiarato «Siamo fortemente preoccupati per lo stato in cui versa il sistema sanitario nazionale e gli operatori scendono in piazza da Palermo a Bolzano per fare sentire la loro voce. Bisogna investire in sanità, aumentare gli stipendi perché sono i più bassi d'Europa e assistiamo ad un fuggi fuggi dall'Italia. Per la Calabria riteniamo che bisogna assolutamente organizzare un tavolo di confronto con la struttura commissariale affinché i protagonisti possano essere coinvolti in un reale cambiamento. I lavoratori - sostiene Sisinni - devono essere protagonisti del cambiamento, finora esclusi dalla politica che pensa di poter fare da sola. A marzo abbiamo chiesto il tavolo di concertazione per aumentare l'indennità degli operatori di pronto soccorso ma senza risposta. I fondi sono stati stanziati dal contratto nazionale di lavoro si tratta solo di concertare questi fondi».