Il personale dell’ospedale incaricato dalla ditta di pompe funebri di avvisare quando un paziente stava per morire. Il pentito: «Venivano corrisposte somme di denaro allorquando gli facevano prendere il morto…»
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
I pazienti ricoverati all'ospedale di Lamezia Terme erano tenuti sotto osservazione dagli uomini delle ditte infiltrate nei servizi affidati dall'Asp di Catanzaro, pronte ad imporre la loro opera anche in caso di decesso organizzando i funerali. Una posizione privilegiata che derivava dal dominio assoluto esercitato sul nosocomio dalla 'ndrangheta, con l'accesso indisturbato ai reparti ed alle cartelle cliniche dei pazienti. I dipendenti delle ditte visionavano i dati "sensibili" dei degenti, focalizzando la loro attenzione su quelli che versavano in condizioni critiche, pronti a cogliere l'occasione. È uno degli aspetti evidenziati dall'inchiesta della Guardia di Finanza che stamani ha sgominato due gruppi criminali legati alla cosca Iannazzo-Cannizzaro-Da Ponte.
Secondo l’impianto accusatorio Pietro Putrino, gli omonimi Diego e il socio Vincenzo Torcasio, avrebbero formato, con i Rocca e le loro società, un duopolio di fatto, finalizzato all'accaparramento (illecito) nel settore economico di riferimento, delle altre imprese operanti nel medesimo settore. Il sistema illecito di accaparramento dei funerali prevedeva, oltre all'intimidazione del personale sanitario, anche la collusione dei dipendenti dell'ospedale dietro corresponsione di somme di denaro.
Significative in tal senso le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Il collaboratore Giuseppe Giampà, con dovizia di particolari, spiega in un interrogatorio che «all'ospedale di Lamezia là c'hanno personale che avvisa quando.. pure infermieri stessi, là, che sono pagati là per avvisare quando c'è qualcuno che sta per morire, no? Tipo che vengono pagati così avvisano l'onoranza... venivano corrisposte somme di denaro allorquando gli facevano prendere il morto, praticamente, da Putrino... tipo un monopolio volevano ottenere di questi servizi. E più ne avevano sottomano che riuscivano a pagare e meglio era no?». Il pentuto riferisce pure che a ricevere le somme di denaro era «infermieri... quelli che lavoravano proprio nel settore rianimazione».
LEGGI ANCHE:
Quinta bolgia, Galati denunciò un pedinamento. Ma erano i finanzieri
’Ndrangheta e politica, il pentito: «Galati pagò 30 milioni di lire per le elezioni del 2000»
’Ndrangheta, sanità e politica: Galati e Muraca l’anello di congiunzione fra i clan e l’Asp
’Ndrangheta, 24 arresti tra Lamezia e Catanzaro. In manette l’ex parlamentare Pino Galati