Gli incidenti mortali sul lavoro in Italia, nei primi 8 mesi dell'anno, sono stati 677, con una media di quasi tre vittime al giorno. Rispetto al medesimo periodo del 2021, quando le vittime furono 772, si registra un sensibile calo del 12,3%. I dati dell'Inail sono stati diffusi dall'Anmil, a Fiume Veneto (Pordenone), in occasione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro.

Rispetto allo scorso anno, dall’analisi territoriale emerge un incremento di nove casi mortali nelle Isole (da 50 a 59) e un decremento di 69 casi al Sud (da 211 a 142), di 15 nel Nord-Est (da 167 a 152), di 12 nel Nord-Ovest (da 194 a 182) e di otto al Centro (da 150 a 142). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano la Toscana e la Calabria (+9 casi mortali ciascuna), la Sicilia (+6) e la Valle d’Aosta (+4). I maggiori decrementi, invece, sono in Campania (-29), Abruzzo (-19) e Puglia (-18).

In totale, gli infortuni denunciati nel periodo gennaio-agosto sono 484.561 (cioè 2.019 al giorno), con un aumento del 38,7% rispetto ai 349.449 dei primi otto mesi del 2021. Le malattie professionali sono state 39.367 (+7,9%).

Mattarella: «Numeri drammatici»

«Lavorare non può significare porre a rischio la propria vita. Ecco perché la Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro è occasione preziosa per richiamare l'attenzione su un fenomeno inaccettabile in un Paese moderno che ha posto il lavoro a fondamento della vita democratica. L'affermazione dei diritti sui luoghi di lavoro, primo quello alla vita, oltre che essere un termometro della vita civile, è un generatore di valore per la società, per i lavoratori, per le imprese» - ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

«I numeri delle vittime degli incidenti sul lavoro, nonostante i numerosi provvedimenti normativi con i quali si è cercato, nel tempo, di prevenirli, sono allarmanti, drammatici. Raccontano - sottolinea - storie di vite spezzate, di famiglie distrutte, di persone gravemente ferite, di uomini e donne che invocano giustizia. Persone che si appellano alle istituzioni, ai datori di lavoro, alla coscienza di chiunque sia nelle condizioni di rendere i luoghi di lavoro posti sicuri, in cui sia rispettata la dignità della persona. Lo sviluppo di nuove tecnologie - avverte Mattarella - ha mutato radicalmente la natura e la stessa dimensione spazio-temporale dei luoghi di lavoro. Purtroppo, questa fase non è stata accompagnata da una crescita proporzionata delle iniziative verso la prevenzione».