Si è concluso oggi il processo per 142 imputati coinvolti nell’inchiesta sui presunti falsi precari dell’Asp di Cosenza. I due capi per i quali è intervenuta la prescrizione riguardano il reato di abuso d’ufficio contestato a tutte le persone sottoposte a giudizio.

Per la procura di Cosenza, l’Asp di Cosenza nel periodo delle Regionali del 2014 aveva proposto l’assunzione di centinaia di presunti falsi precari causando un ingiusto profitto ai lavoratori, utilizzati nelle varie sedi sanitarie presenti nel territorio cosentino. Un danno economico per l’Ente regionale, visto che le delibere erano state firmate dai vertici dell’Asp dopo vari incontri con la Regione Calabria.

Nel caso in esame, i dirigenti indagati in concorso morale e materiale tra loro, «nelle qualità e nello svolgimento delle rispettive pubbliche funzioni, appresso precisate, ovvero quali concorrenti esterni» avrebbero «intenzionalmente procurato ai 133 soggetti» ovvero i presunti falsi precari dell’Asp di Cosenza, «l’ingiusto vantaggio patrimoniale, costituito dal diritto ai “benefici di cui all’art. 2 della l. r. n. 15/2008” e il corrispondente danno ingiusto, di rilevante gravità, dell’Amministrazione, Regione Calabria, che si obbligava alla corresponsione dei predetti benefici in favore di soggetti sforniti dei requisiti contemplati dalla norma».

La richiesta di sentenza di proscioglimento per intervenuta prescrizione era stata avanzata dal collegio difensivo prima dell’inizio dell’estate 2023. Oggi il giudice Francesco Luigi Branda (giudice a latere Urania Granata e Maria Teresa Castiglione) ha stralciato le 142 posizioni, proseguendo l’istruttoria dibattimentale sui rimanenti capi d’accusa, relativi a un altro presunto abuso d’ufficio, prossimo alla prescrizione, e un presunto falso.

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