In riferimento alla misura cautelare applicata nei confronti di Eugenio Vitale (funzionario Asp), detenuto in regime di arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria Re Nudo, la sesta sezione della Corte di Cassazione ha annullato in camera di consiglio l'ordinanza impugnata dal legale Francesco Liserre, rinviando gli atti in Appello, cioè al competente tribunale di Catanzaro per un nuovo giudizio. Dunque, è tutto da rifare. È questo l'esito del ricorso presentato dall'avvocato dell'indagato, finito a dicembre scorso nelle maglie dell'inchiesta giudiziaria che punta a fare luce sulla sanità della costa tirrenica cosentina, in particolare sulle assegnazioni delle pensioni di invalidità civile.

La decisione, risalente alla giornata di ieri ma comunicata in giornata, apre a nuovi scenari per tutti gli indagati. Il ricorso fa infatti leva sull'inutilizzabilità di alcune intercettazioni dell'inchiesta, perno dell'impianto accusatorio, in riferimento a diverse decine di capi di imputazione.

Il ruolo di Mario Russo

Nell'inchiesta condotta dalla procura di Paola, denominata appunto Re Nudo, risultano sotto inchiesta 101 persone tra medici, infermieri e professionisti della costa tirrenica. Secondo gli inquirenti, il sistema criminale sarebbe ruotato intorno alla figura di Mario Russo, all'epoca dei fatti dirigente dell'unità operativa di medicina legale dell'Asp di Cosenza nel distretto del Tirreno, nonché presidente della commissione della commissione Asp per l'accertamento dell'invalidità nella sede di Diamante, dove Vitale lavorava. Russo è detenuto nel carcere di Cosenza dallo scorso 19 dicembre. Vitale, invece, era stato posto ai domiciliari. Agli arresti erano finite altre sette persone. Le altre 92, invece, risultano tutte indagate a piede libero.