La Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna per Antonio Macrì. Le indagini vertevano sugli appalti pubblici e l'ingerenza dei clan nella vita politica e locale
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
La sesta sezione della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio alla Corte d’Appello di Reggio Calabria la sentenza di condanna a carico di Antonio Macrì, ex presidente del Consiglio comunale di Siderno, emessa nel febbraio del 2018 nell’ambito del filone abbreviato del processo scaturito dall’inchiesta “Morsa sugli appalti pubblici”. Annullamento con rinvio anche per altri 4 imputati, Marco Macrì (condannato a 8 anni e 8 mesi sia in primo grado che in appello), Vincenzo Tavernese (6 anni e 8 mesi sia in appello che in primo grado) e Domenico Richichi ( 8 anni sia in primo grado che in appello). Condanne confermate per gli altri undici imputati, per un totale di 96 anni e 8 mesi.
L’inchiesta “Morsa”, coordinata dalla Dda di Reggio, scattò a Siderno nel 2014. Le indagini avrebbero consentito di tracciare un quadro preciso e dettagliato riguardo al capillare controllo mafioso esercitato dalle principali ‘ndrine operanti nel versante dell’alto Jonico Reggino, con ramificazioni nel Nord Italia e perfino in Canada, finalizzato al monopolio delle più redditizie attività economiche, all’ingerenza nella vita politica locale ed al conseguimento di profitti e vantaggi ingiusti.