A tre giorni dalla revoca della misura cautelare in carcere, disposta dal Tribunale del Riesame di Reggio Calabria nell'ambito dell'inchiesta "Mala pigna", l'avvocato ed ex senatore Giancarlo Pittelli ha lasciato la casa circondariale di "San Pietro" senza il braccialetto elettronico.

Si è concluso così, stamani, l'empasse dovuto a un cavillo procedurale legato al mantenimento per Pittelli del braccialetto la cui applicazione era stata disposta dal Tribunale di Vibo Valentia quando all'ex parlamentare furono concessi gli arresti domiciliari per il procedimento "Rinascita Scott", scaturito da un'inchiesta della Dda di Catanzaro. Rispondendo all'istanza formulata dagli avvocati Salvatore Staiano e Guido Contestabile, infatti, stamattina il Tribunale di Vibo Valentia ha disposto che Pittelli «venga sottoposto alla misura degli arresti domiciliari senza apposizione del dispositivo elettronico».

Pittelli ha raggiunto così la sua abitazione di Catanzaro dove è ristretto agli arresti domiciliari sia per l'operazione "Mala Pigna", coordinata dalla Dda di Reggio Calabria contro la cosca Piromalli, sia per il processo "Rinascita-Scott" contro la cosca Mancuso in cui è imputato. In entrambi i procedimenti penali, l'ex parlamentare è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

In merito al cavillo procedurale legato al braccialetto elettronico che ha costretto Pittelli a stare tre giorni in più in carcere, i giudici di "Rinascita-Scott" hanno trasmesso il provvedimento «al presidente del Tribunale di Vibo Valentia e al direttore della cancelleria penale affinché adottino gli opportuni provvedimenti volti a garantire che la trasmissione delle istanze urgenti al collegio avvenga senza ritardo».