La professionista, indagata in qualità di presidente dell'associazione "Da donna a donna", è accusata di truffa aggravata dalle modalità mafiose. Il gip ha ritenuto insussistenti le esigenze cautelari
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Il gip del Tribunale di Catanzaro ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari disposta lo scorso settembre nei confronti dell’avvocato Azzurra Pelaggi nell'ambito dell'inchiesta istruita dalla Dda denominata Maestrale Carthago 2. L’accusa contestata è di truffa aggravata dalle modalità mafiose.
Secondo la ricostruzione, insieme ad altri due soggetti avrebbe prodotto «un numero allo stato imprecisato di fatture per operazioni inesistenti nei confronti dell’associazione onlus "Da donna a donna" e della società cooperativa Abigail alle quali era stata affidata, rispettivamente, l’accoglienza dei minori non accompagnati per i Comuni di Mileto, Joppolo e Filadelfia e lo Sprar del Comune di Mileto, inducendo in errore il Comune di Vibo, ente capofila e deputato ad autorizzare la liquidazione delle spese relative all’accoglienza migranti per tutta la provincia».
Per la Procura, la sola associazione “Da donna a donna” della quale l’avvocato Pelaggi era la presidente avrebbe ricevuto, limitatamente al 2017 e al 2018, erogazioni per oltre un milione e mezzo di euro. Il gip del Tribunale di Catanzaro accogliendo l’istanza presentata dai legali, Giuseppe Di Renzo e Massimiliano Carnovale, ha ritenuto non più sussistenti le esigenze cautelari «tenuto conto della risalenza dei fatti contestati e delle dimissioni dell’indagata dalla carica di presidente dell’associazione onlus ‘Da donna a donna’ a far data dal mese di giungo 2023».
Nessun’altra misura cautelare è stata, quindi, disposta nei confronti dell’avvocato Pelaggi, difesa dall'avvocato Massimiliano Carnovale, che resta indagata a piede libero.