Il sequestro è finito al centro delle vicende giudiziarie scaturite dall'inchiesta Genesi. La difesa ha chiesto una perizia che ne ha accertato la provenienza lecita
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È definitiva la decisione con cui stata disposta la restituzione dei beni precedentemente sequestrati e poi confiscati ad Antonio Saraco ed ai suoi familiari, poiché accertata, con perizia, la legittimità della provenienza di tutti i beni e le provviste economiche riconducibili alla famiglia Saraco di Badolato. La questione dei beni della famiglia Saraco è molto complessa avendo avuto numerosi risvolti in sedi giudiziarie diverse e per profili diversi.
Tutto inizia nel 2018 allorquando fu disposto il sequestro dei beni riconducibili ad Antonio Saraco ed ai suoi familiari nell'ambito dell'inchiesta Itaca Free Boat. Da qui il sequestro da parte del Tribunale Misure di Prevenzione di Catanzaro culminato, nel 2021 con un decreto di confisca, ma con la contestuale revoca del sequestro per essere decorso il termine massimo entro cui la legge consente di prolungare gli effetti del sequestro stesso.
La contemporanea esistenza di un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Salerno aveva, nel frattempo, consentito di accertare che il decreto di confisca era stato pronunciato dal Tribunale Misure di Prevenzione di Catanzaro con decisione, però, che, per quanto emerge dagli atti di indagine di Salerno, sarebbe stato pronunciata dal presidente del Tribunale in via autonoma, alla stregua di un giudizio monocratico, e quindi senza raccogliere la posizione degli altri due componenti del collegio giudicante.
Ma di ciò si sta, ancora oggi, occupando la Procura della Repubblica di Salerno ed il giudice del luogo competente. La questione dei beni di Saraco era monitorata, sempre dalla Procura di Salerno, in forza di quel provvedimento di restituzione parziale disposto, a favore dei terzi, dall’allora presidente di sezione della Corte di Appello, Marco Petrini, risultato frutto di una corruzione. Sta di fatto che la disposta confisca ha dispiegato i suoi effetti e quindi i beni, benché fosse decaduto il decreto di sequestro, sono rimasti vincolati e non restituiti alla famiglia Saraco.
Da qui l’iniziativa della Procura della Repubblica che chiedeva ed otteneva un nuovo sequestro dei beni, mentre la difesa impugnava il decreto di confisca davanti alla Corte di Appello di Catanzaro. Nelle more del giudizio in appello il difensore di Antonio Saraco, avvocato Francesco Gambardella, interponeva ricorso in Cassazione ravvisando profili di abnormità del nuovo decreto di sequestro. Abnormità che veniva riconosciuta e che portava all’annullamento del decreto di sequestro. Rimaneva, però, la confisca che privava, ugualmente, la famiglia Saraco di tutti i loro beni.
Fissato il giudizio di appello, la difesa, segnatamente l’avvocato Francesco Gambardella per Antonio Saraco e gli avvocati Giuseppe Della Monica, Sergio Scicchitano e Maria Talotta per i terzi interessati, chiedevano preliminarmente che si disponesse una perizia finalizzata ad accertare se vi fosse sproporzione tra i beni e tutte le possidenze della famiglia Saraco e le rispettive legittime provenienze.
I figli di Antonio Saraco, tra l’altro, sono autonomi professionisti (avvocato uno, commercialista ed imprenditore gli altri due) titolari di autonomi redditi. Disposta la perizia si aveva come risultato l’accertata, integrale legittimità della provenienza di tutti i beni dei Saraco per cui fu disposta la restituzione, a loro favore, di tutti i beni. Da qui il ricorso del procuratore generale della Corte di Appello di Catanzaro con cui si chiedeva l’annullamento del decreto di revoca della confisca ed il rispristino della misura.
Fissata la camera di consiglio per la trattazione del ricorso, il procuratore generale della Corte di Cassazione concludeva chiedendo il rigetto del ricorso del Pg di Catanzaro, mentre l’avvocato Francesco Gambardella chiedeva che il ricorso del Pg venisse dichiarato inammissibile. La Corte di Cassazione, con sentenza depositata in data odierna, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso del Pg di Catanzaro. È quindi definitiva la restituzione dei beni da parte della famiglia Saraco che da oggi ne rientrano in totale possesso.