La Dda di Catanzaro con i pm Annamaria Frustaci ed Andrea Mancuso, il procuratore Nicola Gratteri e il procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di 82 indagati – fra detenuti e persone a piede libero – coinvolti nelloperazione antimafia denominata “Costa pulita” che ha colpito i clan Mancuso di Limbadi, Accorinti e Melluso di Briatico, Il Grande di Parghelia.

 

‘Ndrangheta: inchiesta “Costa pulita”, la Dda chiude indagini per 86 persone (NOMI-FOTO)

 

Richiesta di rinvio a giudizio anche il presidente della Provincia di Vibo Valentia, nonché sindaco del Comune di Briatico, Andrea Niglia il quale come candidato a sindaco di Briatico nelle amministrative del 2010 è accusato di voto di scambio (venuta meno l'originaria contestazione di concorso esterno in associazione mafiosa) per aver promesso l’assunzione del figlio di Vincenzo Francesco Accorinti – fratello del presunto capo clan Antonino Accorinti – all’interno della Italcementi spa, assicurando altresì la nomina alla carica di assessore di soggetti graditi al clan Accorinti, quali Salvatore Prostamo e Domenico Marzano (quest’ultimo anche con la  carica di vicesindaco), in cambio del sostegno elettorale da parte del sodalizio criminale. Contestazione, quella rivolta ad Andrea Niglia, aggravata dal metodo mafioso ed al fine di agevolare il clan Accorinti. 

 

Le altre richieste di rinvio a giudizio riguardano: Antonino Accorinti (cl. ’56), di Briatico; Antonio Accorinti (cl. ’80), figlio di Antonino; Greta Accorinti (cl. ’87), di Briatico, figlia di Antonino; Sergio Bagnato (cl. ’83), ex consigliere comunale di maggioranza nell’amministrazione di Briatico guidata dall’allora sindaco Francesco Prestia; Claudia Barbuto, (cl. ’72), di Vibo; Francesco Giuseppe Bonavita, detto “Pino” (cl. ’46) di Briatico; Giuseppe Armando Bonavita (cl. ’79), di Briatico, figlio di Pino; Roberto Caruso (cl. ’55), di Cosenza, proprietario del complesso residenziale di Briatico denominato “La nave” sito in località “Brace”; Nazzareno Colace (cl. 64), di Portosalvo, frazione del comune di Vibo; Francesco Crigna (cl. ’70), già vicesindaco del Comune di Parghelia; Giuseppe Evalto (cl. ’63) originario di Spilinga; Aldo Gallucci (cl. 55), di Vibo Valentia, dipendente della Capitaneria di Porto di Vibo Marina; Domenico Grillo (cl. 52) di Vibo, dipendente civile del Dipartimento Marittimo della Capitaneria di porto di Vibo Marina; Giancarlo Giannini (cl. ’71), ingegnere, già consigliere comunale di Vibo Valentia; Giuseppe Granato (cl. ’65), imprenditore di Briatico (arrestato); Andrea Granato (cl. ’92), di Briatico; Emanuele Granato (cl. 88), di Briatico; Adriano Greco (cl. ’82), di Briatico;

 

Carmine Il Grande (cl. ’59), di Parghelia; Egidio Il Grande (cl. 64), di Parghelia; Ferdinando Il Grande (cl. ’82) di Parghelia; Gerardo La Rosa (cl. ’74), di Tropea; Giancarlo Lo Iacono (cl. ’73), di Zambrone; Cosmo Michele Mancuso (cl. 49), boss dell’omonimo clan di Limbadi; Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”, (cl. ’61), di Limbadi; Francesco Marchese (cl. ’86), di Briatico; Domenico Marzano (cl. ’66), di Briatico, avvocato e già assessore comunale ai Lavori pubblici del Comune di Briatico; Emanuele Melluso (cl. ’85), di Briatico; Gennaro Melluso (cl. ’70), di Briatico; Leonardo Melluso (cl. ’65), di Briatico; Simone Melluso (cl. ’85), di Briatico; Salvatore Muggeri (cl. 77), di Briatico; Salvatore Muzzupappa (cl. ’71) di Nicotera; Filippo Niglia (cl. ’60), imprenditore di Briatico, attivo nel settore della navigazione per le isole Eolie; Francesco Prestia (cl. 53), ex sindaco di Briatico (accusato di concorso esterno in associazione mafiosa); Pasquale Prossomariti (cl. ’85), di Nicotera; Salvatore Prostamo (cl. ’76), geometra, di Briatico; Pasquale Puglia (cl. ’74) di Polla (Sa); Pasquale Quaranta (cl. 63), di Santa Domenica di Ricadi; Giovanni Rizzo (cl. ’82), di Nicotera; Carlo Russo (cl. ’78), di Zambrone; Leonardo Russo (cl. ’70) di Zambrone; Saverio Sergi (cl. ’58) di Briatico; Davide Surace (cl. 85), di Spilinga; Federico Surace (cl. ’91), di Spilinga; Francesco Zungri (cl. ’60), nato a Vibo Valentia.

 

Luciano Artusa (cl. ’61), di Vibo Valentia; Michele Fusca, detto “Lello”, (cl. ’42), di Vibo Valentia, noto imprenditore attivo nel settore edile e delle costruzioni e negli anni ’80 presidente del Nucleo Industriale di Vibo e già consigliere comunale di Vibo Valentia con la Dc. Lello Fusca è indagato per violenza privata aggravata dalle modalità mafiose “per avere, avvalendosi della sua notoria contiguità alla cosca Mancuso – sostiene la Dda – indotto l’imprenditore Mandaradoni Michele a desistere dalla prosecuzione di lavori di bonifica nell’area industriale denominata “Ex Fiera”, sita in località Porto Salvo nel maggio del 2014”.

Giacomo Franzoni (cl. ’63), di Briatico, avvocato e già impegnato in politica a Briatico; Alessandra Borello (cl. ’84), di Briatico, nipote del presunto boss di Briatico, Antonino Accorinti, e moglie di Francesco Marchese di Briatico; Marco Borello (cl. ’74), di Briatico, accusato di essere il “titolare” formale della squadra di calcio “A.S.D. Briaticese” il cui reale proprietario occulto sarebbe, secondo la Dda, Antonino Accorinti; Francesco Capano (cl. ’72), nato a Vibo Valentia; Pantaleone Costantino (cl. ’57), di Limbadi; Francesco Daniele (cl. 58) di Argusto (Cz); Massimo Fortuna (cl. ’76), di San Gregorio d’Ippona, titolare di una ditta che si era aggiudicata il servizio di refezione scolastica a Briatico dal 2008 al 2011. Nell’anno scolastico 2009 e 2011, secondo la Dda, tale ditta si sarebbe aggiudicata il servizio di fornitura dei pasti per la mensa scolastica “sia con il favore dell’ex sindaco Andrea Niglia e sia avvalendosi del sostegno dei pregiudicati Nino Accorinti e Pino Bonavita". Fortuna è accusato di intestazione fittizia di beni (quote societarie nella Gest Hotel Sud srl).

 

Ed ancora, fra gli indagati per i quali è stato richiesto il rinvio a giudizio figurano: Francesca Galea (cl. ’83) di Locri; Giuseppe Garrì (cl. ’72) di San Costantino di Briatico, detto “Peppe u Papa”; Francesco Grillo (cl. ’79) di Paradisoni di Briatico, titolare di una ditta attiva nel commercio all’ingrosso della frutta; Carmine Il Grande (cl. ’78) di Parghelia (da non confondere con l’omonimo Carmine il Grande del ’59 che è stato invece arrestato); Giancarlo Lo Bianco (cl. ’80), autotrasportatore, di Vibo Valentia; Giuseppe Lo Gatto (cl. ’71) di Briatico, titolare dell’omonima ditta individuale che gestiva “Il Mulino della Rocchetta” di Briatico, ristorante per la Dda “facente capo e riconducibile alla cosca Accorinti”; Salvatore Loiacono (cl. ’67), di Zambrone; Simone Loiacono (cl. ’89), di Briatico, accusato di essere il titolare formale del “Bar Jolly” per conto dei fratelli Emanuele e Simone Melluso di Briatico; 

 

I reati. Associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione e porto illegale di armi da fuoco ed intestazione fittizia di beni i reati, a vario titolo, contestati agli indagati. Alcuni si trovano in stato di detenzione, altri a piede libero.

 

I difensori degli indagati. Questi gli avvocati che assistono gli 82 indagati: Francesco Lojacono; Giuseppe Di Renzo; Francesco Sabatino; Antonio Porcelli; Mario Bagnato; Stefania Mantelli; Giovanni Vecchio; Nicola Marcella; Riccardo Adamo; Vincenzo Gennaro; Giovanni Aricò; Michele Ranieli; Adriano Bazzoni; Francesco Gambardella; Michele Accorinti; Nicola Cantafora; Francesco Muzzopappa; Giancarlo Pittelli; Carmine Pandullo; Vincenzo Trungadi; Giuseppe Bagnato; Diego Brancia; Sergio Rotundo; Pietro Marino; Antonello Fuscà; Gabriele D'Ottavio; Pasqualino Circosta; Guido Contestabile; Massimo Pugliese; Francesco De Luca; Anselmo Torchia; Daniela Garisto; Marco Talarico; Sandro Furfaro; Gregorio Viscomi; Antonio Corsaro; Salvatore Pisani; Damiano Vita.

 

Giuseppe Baglivo