Resta in carcere Carmelo Gallico, il cinquantacinquenne di Palmi finito in manette il 13 dicembre scorso nell’ambito dell’operazione “Cerere”. Il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria, allestito dell’udienza svoltasi il 28 dicembre, ha infatti confermato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip distrettuale. Gallico, difeso dal legale Guido Contestabile è accusato del reato di tentata truffa aggravata dall’avere agevolato la cosca Gallico.  Un’accusa questa contestata anche alla sorella Teresa Gallico, detenuta al carcere di L’Aquila dove sta scontando una condanna definitiva a 17 anni di reclusione per associazione mafiosa rimediata all’esito del processo “Cosa Mia”, maxi inchiesta che ha disarticolato il clan di Palmi.

 

Per l’Antimafia, l’indagato avrebbe tentato di far ottenere alla sorella detenuta finanziamenti destinati all’agricoltura, attraverso la complicità di alcuni funzionari. Finanziamenti per cui la donna non avrebbe avuto alcun titolo ad avere essendo in carcere e soprattutto, secondo l’impostazione accusatoria, perché non era titolare effettiva di alcuna azienda agricola.

 

In sede di interrogatorio di garanzia, l’indagato aveva respinto l’accusa al gip sostenendo di non avere nessuna responsabilità in merito alle contestazioni che gli vengono addebitate. E nello specifico ha sottolineato che aveva fatto solo quanto già espletato dall’amministratore giudiziario nominato durante il periodo in cui i terreni di proprietà di sua sorella Teresa Gallico erano sotto custodia. Nello specifico si era difeso affermando che si era “solo” occupato di far firmare la documentazione alla sorella per la richiesta dei fondi agricoli. Condotte che per la Dda retta da Giovanni Bombardieri avrebbe eseguito per agevolare la cosca di appartenenza. L'indagato ha pero, inoltre sostenuto che quando l’autorità giudiziaria ha sequestrato il conto corrente della sorella aveva revocato la domanda di aiuto comunitario. Dichiarazioni che non hanno convinto il Tdl che ha invece confermato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

 

L’inchiesta “Cerere” non è la prima che lo vede finire dietro le sbarre. A 25 anni venne arrestato, con l’accusa di partecipare agli «affari» della sua famiglia, punto di riferimento della ’ndrangheta nella provincia. Autore di libri, sceneggiatore di docu-fiction, curatore di testi teatrali, Gallico trascorse oltre 2000 giorni in carcere. Fu poi assolto in merito ad alcune vicende giudiziaria e venne risarcito di oltre 14mila euro per gli anni in cella vissute “in condizioni disumane”. Carmelo Gallico, alias “u picu” ha però registrato nel passato altre condanne definitive per le accuse di partecipazione e direzione dell’omonima cosca di Palmi, per procurata inosservanza della pena nei confronti del fratello Rocco, nonché quella per estorsione, rimediata nell’ambito del processo “Tallone d’Achille”, messo in piedi dalla Dda reggina in seguito alla denuncia per estorsione ai danni dell’imprenditore di Palmi, Gaetano Saffioti, il primo testimone di giustizia della provincia reggina.

 

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