Il gip di Reggio Calabria ha accolto l’istanza del legale Nardo. Il 31enne era stato arrestato nei mesi scorsi insieme al fratello e al padre
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Il giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria, in accoglimento dell’istanza presentata dall’avvocato Giuseppe Nardo, difensore di Sebastiano Fotia, 31 anni, di Cardeto, ha sostituito la misura cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari. Fotia era stato arrestato nei mesi scorsi unitamente al padre ed al fratello perché, a seguito di una perquisizione in casa e nei terreni circostante la loro abitazione, originata nell’ambito di altroprocedimento penale per estorsione, era stato trovato un vero arsenale. Infatti, in più nascondigli, alcuni realizzati all’interno di alcune case disabitate ed ubicate nelle immediate vicinanze di quella dei Fotia ed altri ricavati all’interno di profonde buche scavate e disseminate nei costoni montani presenti nei paraggi ed opportunamente celate alla vista e rese impermeabili agli agenti atmosferici, erano stati ritrovati ben 14 fucili di vario calibro, un migliaio di munizioni e diversi chili di polvere da sparo.
L’ipotesi investigativa, ricavata anche sulla base dell’appartenenza del capo famiglia al noto casato di ‘ndrangheta dei Serraino, egemone sul territorio della montagna aspromontana, è che l’arsenale fosse tenuto a disposizione della cosca mafiosa. I Fotia però si sono sempre dichiarati estranei ed all’oscuro della presenza delle armi.
Ora, a seguito della chiusura delle indagini l’avvocato Nardo ha sollecitato la scarcerazione di Sebastiano Fotia ed il giudice, riconoscendo l’attenuazione delle originarie esigenze cautelari, per come prospettategli dalla difesa, ne ha disposto la scarcerazione.