La lotta e il contrasto alla ‘ndrangheta e al malaffare non passa soltanto dalla conduzione delle indagini, ma inizia dalla capacità, da parte della magistratura, di organizzare al meglio le risorse interne agli uffici di procura, agli uffici gip-gup e alla sezione penale. Ciò significa che le pesantissime scoperte d’organico rischiano di mandare in tilt il sistema giustizia nazionale, ed in particolare quello calabrese.

I Distretti calabresi non se la passano bene

Nella nostra regione, dove spesso mafia, politica e pubblica amministrazione viaggiano a braccetto, le carenze d’organico sono elevatissime. Basti pensare al caso del tribunale di Vibo Valentia, sollevato dal nostro network e confermato successivamente dal presidente del tribunale Antonio Di Matteo, il quale ha ottenuto un’audizione last minute, nel corso della quale sono state affrontate le criticità più rilevanti, al fine di garantire la celebrazione del maxi processo "Rinascita Scott". Ma non c’è solo Vibo Valentia tra i circondari messi peggio. Perché anche nel Distretto giudiziario di Reggio Calabria la situazione non è positiva. Parliamo di un territorio, in cui le cosche fanno sentire incessantemente la loro presenza, occupandosi (in via primaria) di traffico di sostanze stupefacenti ed estorsioni, i cui proventi vengono investiti nelle varie attività imprenditoriali. Chi è messo un po’ meglio invece è il Distretto giudiziario di Catanzaro.

Quanti magistrati mancano in Italia

Secondo i dati ufficiali forniti dal Consiglio superiore della magistratura, l’organo di auto-governo delle toghe italiane, nel nostro Paese mancano 1.649 magistrati rispetto a un organico di 10.558 posti, ovvero una scopertura pari al 15,62%. Dei 1.649 posti vacanti, 1.217 sono nei giudicanti (15,38% su 7.911 posti in organico) e 432 nei requirenti (16,32% su 2.647 posti in organico).

La situazione nel Distretto giudiziario di Catanzaro

Nel Distretto giudiziario di Catanzaro su 360 magistrati previsti, ne mancano 68 e ne sono presenti 292, per una scopertura d’organico pari al 18,89% del totale. Sempre nello stesso Distretto, nel settore giudicanti su 263 posti in organico, 49 sono vacanti e 214 occupati (18,63% di scopertura), mentre nel settore requirenti (pubblici ministeri, per intenderci) su 97 magistrati previsti dalle piante organiche approvate dal Csm, ne risultano 19 in meno e 78 prestano servizio nei vari uffici di procura. Qui la scopertura d’organico arriva al 19,59%.

Nello specifico, in Corte d’Appello a Catanzaro mancano 5 consiglieri su 32 previsti; sempre nel capoluogo di regione vacanti 15 posti di giudice, 6 a Vibo Valentia, 5 a Crotone, 3 a Lamezia Terme, 2 a Cosenza e uno a Paola.

Passando ai requirenti, si evidenziano tre pm in meno a Catanzaro e Paola, due pm in meno a Castrovillari e Cosenza, a cui si aggiunge l’assenza del procuratore aggiunto dopo la partenza della dottoressa Marisa Manzini, posto già bandito dal Csm, e uno in meno a Crotone.

Le scoperture d’organico nel Distretto di Reggio Calabria

Reggio Calabria e dintorni si registra il più alto numero in Italia di posti vacanti per quanto riguarda il settore giudicanti. La pianta organica prevede 243 magistrati: 184 occupano il ruolo, 59 risultano vacanti. In questo caso la percentuale di scopertura dell’organico è pari al 24,28%. Tornando ai giudicanti, su 176 posti in organico, 132 sono coperti e 44 vacanti pari al 25% del totale.

Nella Corte d’Appello della città dello Stretto, servirebbero altri 14 consiglieri rispetto ai 27 previsti dalla pianta organica, mentre in procura generale manca soltanto un sostituto procuratore generale. Nel tribunale di Reggio Calabria sono vacanti, tra gli altri, 10 posti di giudice sui 40 previsti; 8 invece a Locri e 2 a Palmi.

Passando ai requirenti, il Csm indica l’assenza di 2 procuratori aggiunti nell’ufficio coordinato dal magistrato Giovanni Bombardieri e di 5 sostituti procuratori tra procura ordinaria e distrettuale. Un pm in meno a Locri, un procuratore aggiunto e tre pubblici ministeri in meno a Palmi.

Il turnover e le possibili soluzioni

Il turnover, ovvero la norma che prevede la permanenza di un magistrato almeno per quattro anni nella sede prescelta, potrebbe essere uno strumento da migliorare, aggiungendo incentivi economici e di punteggio per il singolo togato che sceglie la Calabria come destinazione professionale. Quali sono i motivi delle carenze d’organico?

Possono essere tanti. Non giova neanche il clima pesante che si vive da alcuni anni nei due Distretti giudiziari, a causa delle “beghe” tra togati, spesso sfociate in inchieste penali, pratiche amministrative, con conseguenti azioni disciplinari. Di certo, la Calabria è una di quelle regioni dove un pm o un giudice svolge un lavoro più performante, se consideriamo la mole investigativa che viene prodotta nel contrasto alla criminalità organizzata, alla corruzione dentro e fuori la pubblica amministrazione e ai fallimenti societari, nonché la molteplicità di cause civili (e non solo) che completano il quadro.

Il nuovo corso di Carlo Nordio

Chiuso il capitolo Marta Cartabia, subito dopo il giuramento il neo ministro della Giustizia Carlo Nordio ha dettato le linee guida del suo mandato, spiegando di voler rivedere il bilancio di via Arenula, per investire la maggior parte delle risorse nell’assunzione di nuovi magistrati e personale amministrativo. Dichiarazione che ha trovato concorde anche l’Associazione nazionale magistrati che raggruppa tutte le anime correntizie. Oggi nei tribunali si sono aggiunte le figure degli addetti all’ufficio del processo, una figura introdotta grazie al Pnrr, che può aiutare a migliorare il sistema giustizia.